sabato, ottobre 30, 2004

E' sabato... credo che traslocherò

La notte appena passata ha visto poco sonno e molto lavoro... la mattina che segue comincia presto e prevede lavoro pesante: Alga si trasferisce dall'EUR a Casalotti, in dimora provvisoria, in attesa della sua nuova dimora all'AXA. Cmq quello che mi rigurda è che alle ore 07.00 della mattina sono in piedi, modalità zombie, dopo essere andato a dormire alle ore 04.40A.M., in una Roma blindata per la firma della costituzione europea (e con la polizia che mi ha fermato per ben due volte in un arco di 3 km :-( ). Arrivo, senza colazione e dormiente, agli appuntamenti con Peppo e Marina. L'amore mio insiste per una colazione. La quale mi rinfranca notevolmente.

Quando arriviamo a casa di Augusto, la signorina che ci prestava il furgone se ne è già andata... vero è che abbiamo 45 min. di ritardo, ma lei che cosa credeva, che avremmo finito il trasloco in 2h?

Cmq non c'è tempo per lamentarsi. Si avviano le procedure di carico del furgone che Alga ha rimediato in affitto, e si lavora alacremente. L'ascensore diviene per una mattina un montacarichi, mentre i condomini si chiedono se è gente che parte o gente che viene. Ovviamente si parte.

Allego una foto dell'allegra brigata che ha scardinato la casa di Barbara ed Alga in via di movimentazione. Le foto sono volutamente valmizzate, con grosse dosi di Zoolanderate.













Come si denota dalle foto, ci sono stati momenti di svago e relax, necessari per la popolazione che trasortava le casse.

Comunque nulla ci aspettavamo dalla situazione se non che peggiorasse... e difatti, giunti alla casa nuova si ha la bella sorpresa... il palazzo ha 33 famiglie e tutte molto attive... quindi dell'ascensore solo uso sporadico... e si va in salita!!!

Solo alle 17.30 riusciamo a terminare l'opera di scarico del furgone.
Si crolla chi qua chi là... e ci si riposa un attimo a dormire.
Poi, finalmente, si rientra a casa per una dormita corroborante.

Si è comunque tutti contenti. Alga e Babs hanno una casa (per ora).

Venerdì... pesce? No grazie, faccio il webmaster

Venrdì sera, casa T., si fa il sito Internet di un'associazione in ricordo di un ragazzo giornalista ucciso da un pirata della strada ed al cui nome è stata intitolata una borsa di studio presso una scuola di giornalismo. Io curo il sito, repsonsabilità notevole, anche perchè intorno al giovane M. circola un affetto ed una dedizione che raramente ho incontrato altrove, quasi fosse della vecchia guardia per intendersi...

Cmq a parte la serie di chiacchere iniziali e finali, la serata è passata in allegria.

Segnalo l'evento non tanto per la comune esperienza di una serata in società, ma per un evento che mi ha fatto riflettere.

Scopo della serata doveva essere la realizzazione dei testi aggiuntivi e di una registrazione per il sito. La registrazione deve essere eseguita da Guido R., un giovane attore (promettente? o affermato? boh, io nel campo dello spettacolo non sono per niente ferrato) dalla parlata accattivante, dal senso dell'umorismo molto elitario, ma nel complesso simpatico e, a modo suo, carismatico. Cmq siccome è un attore, viene coinvolto, peraltro a sorpresa, nella lettura di una poesia di M., L'era del Silenzio, che nasce in realtà come testo di una canzone.

Il prode Guido si è lanciato nel cimento con cuore ad animo, peraltro ostacolato nella realizzazione di un buon prodotto dalla scarzezza dei mezzi a nostra disposizione per la registrazione. Fatto sta che abbiamo ripetuto la poesia qualcosa come 12 volte prima di arrivare ad un risultato accettabile.
Sul momento mi ero indispettito, piccole imperfezioni non possono rovinare un tutto, poi, però con lo scorrere del tempo ho compreso che lui ci stava giocando la sua professionalità, e lo stava facendo al soldo dell'amicizia vs un ragazzo che non c'era più. Ecco... l'ho deriso in un primo tempo per la perfezione che cercava, ora la comprendo e la rispetto, fosse stata anche dettata dalla volontà di non sbagliare legata all'ego di attore, la volontà di eccellere e cercare la perfezione non deve essere mai dileggiata... in fondo è la molla che ci spinge ad essere migliori, che ci spinge alle eccelse vette e che ci insegna il rispetto di noi stessi e del nostro lavoro.

Mi è tornato alla mente il monito che mio padre mi ha riferito sul fare un lavoro.
"Lavora come gli operai delle cattedrali del medioevo". Perchè? Perchè essi lavoravano inseguendo la perfezione anche quando non visti, perchè sapevano che quand'anche erano da soli, qualcuno che li guardava c'era sempre: il buon Dio.
E allora la loro opera diveniva preghiera, offerta, sacrificio. E la perfezione era il solo risultato accettabile.
Meditate gente, meditate.

venerdì, ottobre 29, 2004


A cosa si arriva per trovare un'anima gemella... sperando di non vederne uno simile dalle nostre parti ... Posted by Hello

La blog mania dilaga nella vecchia guardia

Con lacunoso ritardo, ci siamo fatti prendere dalla mania del blog. Si attivano, difatti, giorno dopo giorno, i blog dei pretoriani della vecchia guardia. Ultimo della lista è il sito del prode Guido, che apre il suo Blog, the Emperors living room.
Lo trovate sotto la voce link in basso a dx.
Un abraz a tutti
Vince

giovedì, ottobre 28, 2004

Inquitanti dietro le quinte

Andate e leggete quale inquitante retroscena si configura in Iraq... ove ormai, buoni e cattivi sono completamente mischiati e confusi.

Cinema 2 La maledizione del L'th spettatore

Serata di Mercoledì, d'obbligo il cinemino tattico, specie perchè consente di vedere Mery e stare al coperto... e con la pioggia che minaccia fuori, non è male.
Si va a vedere IO ROBOT, il film "liberamente tratto" dal libro omonimo di Asimov e da cui "trae" solo il titolo, per l'appunto, oltre che vaghi riferimenti alla modifica del cervello positronico di un robot... cmq, non è del film che voglio parlare. Andiamo piuttosto a guardare gli eventi, perchè la maledizione del cinema ha colpito il sottoscritto a quanto pare.

In prima battuta una nota di colore, giusto per far montare l'attesa: mentre entravo come un fulmine di guerra nel cinema per recuperare i biglietti, Mery avvista il Daniele nazionale, il cugino acquisito che fa' l'attore e che sta scalando la saponosa salita del successo, ma il tempo di fare il biglietto e la folla anonima ha ingoiato il prode Daniele. Scruto la folla di qua, scruto la folla di là, anche perchè vorrei salutarlo, mica si è divenuti cugini a pizze e fichi, almeno due battute, così, per viver civile vanno scambiate... ma niente. Siamo all'Adriano, il cinema che gode di un piano rialzato prima di accedere alle sale, in cui si può stazionare mentre si aspetta il film, e che consente di godere, dall'alto e quindi in posizione privilegiata, della vista del popolo festante che entra al cinema. Decido che quella è la posizione migliore per individuare il Pecci nazionale, e quindi muovo verso la scalinata. Ma neanche da lì lo vedo. Passano così venti minuti tra chiacchere con Mary, sguardi a scollature vertiginose (e giuro che me le indicava Mery, dicendo "guarda quella, guarda quell'altra, guarda lì, guarda là", e con sguardi alle luci che fanno da segnale per l'ingresso in sala.
Niente di niente.
Si accende il segnale della luce verde per la sala 4, la nostra. Mi muovo per primo, e perdo il contatto con Mery, che avevo sotto il mio braccio dx fino a pochi secondi prima (abbracciata). Mentre preparo i biglietti con la destra, continuo a guardare alla ricerca del cugino, e protendo il braccio sx per riabbracciare Mery. L'istinto mi guida sicuro, avverto la spalla e la stoffa della maglietta, e cingo con braccio, sempre guardando verso la folla in basso. Da dietro sento una voce strozzata dalle risate che mi dice: "Vincio", mi volto verso sx e mi accorgo che la signorina che ho abbracciato NON E' MERY, ma una giovine dai capelli corvini, alta più o meno come Mery e che è venuta al cinema col suo ragazzo. Entrambi mi guardano scioccati, Mery è dietro che ride (la bischera si era accorta di tutto e non mi ha detto nulla se non all'ultimo secondo utile). Riemergo dalla trance della ricerca in un nanosecondo... "Er ehm ... scusa, non volevo, ero sovrappensiero, pensavo fossi lei".. la ragazza (e soprattutto il ragazzo), comprende sorride e se ne va ricca di un aneddoto da raccontare al pub, in mezzo a mille risate. Anche io mi allontano, con una nuova F.d.M. da raccontare nel blog, ma il mio animo e leggero. Solo io, nel mio cuore, sapevo che mi ero salvato le chiappe da ben maggiori problemi... sapete, normalmente dopo l'aggancio bacio Mery in fronte...

;-)

Come usiamo bene i vigili a Roma

1 - Forte del "cappotto" elettorale, con un en plein di 7 su 7 nei confronti del Polo, Walter Veltroni ieri ha dato il suo “contributo” al governo di Silvio Berlusconi. Proprio ieri mattina, infatti, a piazza San Silvestro i vigili urbani erano armati di blocchetto per le contravvenzioni per lasciare il loro "ricordino" a tutte le vetture in sosta appartenenti al parco macchine della Presidenza del Consiglio (bisogna ammettere “non proprio ortodossa”) con tanto di permessi ufficiali apposti sul parabrezza. Tutto il lavoro dei vigili sarà pero inutile e “di facciata” in quanto le auto, dotate di regolamentare paletta, sono mezzi delle forze dell'ordine, con targa civile ma immatricolazione a carico del ministero degli Interni. Quindi le contravvenzioni non solo sono una provocazione per l'inquilino di palazzo Chigi, ma anche un inutile lavoro per i già oberati uffici dei vigili urbani capitolini. Tanto lavoro per nulla…

2 - Stamattina – a proposito di multe – mezzi della Sta in azione nella capitolina via della Giuliana, per togliere le auto in divieto di sosta, proprio davanti al negozio del macellaio-assessore Mario Di Carlo (quota DS).

mercoledì, ottobre 27, 2004

Grossa prova: ho salvato un barattolo di Nutella!

Già, proprio così.
Navigando per i vari blog di blogger.com, ho beccato il post di un americano a Ginevra che aveva incontrato una barriera culturale: il vasetto di Nutella. Avendolo aperto aveva dubbi esistenziali su come gestire la conservazione dello stesso, non sapendo in quale categoria di cibo inserirlo... giuro! Così aveva un grosso problema. Ha risolto la questione come farebbe ogni italiano: ha chiesto aiuto sul web, aiuto urgente a chiunque avesse un buon consiglio... bhè, ho provato a darglielo. Speriamo che la Nutella abbia apprezzato.

PS Vi dò anche il link: Aiuto immediato

Anche l'alimentazione ha il suo perchè

Vai avanti a panini e piadine? Se il re incontrastato della pizza a taglio?
Cambia abitudini! Trovatiun posto vicino all'ufficio e mangia variegato, pasta o carne, insalata o pesce. Ne guadagnerai in salute e pancia (nel senso che ti si dovrebbe sgonfiare).
Certo, devi godere di porzioni Sirchia, non certo scofanarti all'infinito, ma il guadagno, a condizioni rispettate, è vero.
Vai avanti a panini e piadine? Se il re incontrastato della pizza a taglio?
Cambia abitudini! Trovatiun posto vicino all'ufficio e mangia variegato, pasta o carne, insalata o pesce. Ne guadagnerai in salute e pancia (nel senso che ti si dovrebbe sgonfiare).
Certo, devi godere di porzioni Sirchia, non certo scofanarti all'infinito, ma il guadagno, a condizioni rispettate, è vero.

martedì, ottobre 26, 2004

Office Life 4 (credo si sia al quattro... facciamo 4/5?)

Monotono scorrere dei minuti. Guado pigro lo screensaver che compie le sue evoluzioni sul PC portatile che ho finito di configurare.

DRIN... DRIN...
"Ufficio Internet, parla Vincenzo... come? Problemi di posta elettronica? Non riuscite ad inviare una mail? Vi dà errore del server? Può essere che sia il server della posta ad essere giù... come? ah, sono giorni che non funziona... Ok, adesso arrivo".

Ecco, ci siamo, il solito intervento "risolutivo" del tecnico.
Scendo all'Ufficio che ha richiesto il vaticinio, pronto a tutto (e chi lavora in informatica sa che al tutto non c'è mai limite).
Trovo il computer già acceso. La proprietaria si discosta dalla sedia, portandosi dietro il giornale. Mi siedo, pochi colpi di mouse e sono su outlook express (non ridete, c'è chi non sa usare Outlook normale a questo mondo... no, non parlo del sottoscritto!). Lo sguardo và alla posta elettronica.

"Scusate, che cosa volevate spedire?" "Un allegato word, il testo di un convegno fatto a Fiuggi" "Bene, allora, sarebbe... - e nel mentre navigo con Explorer il loro sistema, con un colpo di delete cancello la mail in partenza... spedire il collegamento a Word del desktop al destinatario lo avrebbe aiutato poco - e trovato il file incriminato, lo allego ad un nuovo messaggio. Prova di invio 1... fallita. Cambio l'indirizzo con qualche aggiunta di lettere, prova di invio 2, fallita ach, prima goccia di sudore, ricambio il l'indirizzo del destinatario anagrammandolo, prova di invio 3, fallita!
Cambio tattica, sempre calmo in superficie. Invio al mio indirizzo di posta elettronica. INVIO RIUSCITO.
Bingo! Problema risolto, stavano spedendo ad un indirizzo inesistente.
Trovato il giusto indirizzo, sul LORO sito web, spedisco l'ambito file al destinatario.

Uscendo mi asciugo il sudore e mi acciglio con me stesso. Ho dubitato il primo assioma dell'informatica: "Mai mettere limiti al peggio".
Stasera cilicio e fagioli sotto le ginocchia.

Per chi pensa che gli difetti sempre qualcosa...

Sul GDR ovvio...
Ragazzi, come si lavora da queste parti!!!

Ecco quello che intendeva il vecchio M'th Posted by Hello

Life of an Elf 3

L'th si guardò intorno, spada ancora in pugno. L'arco giaceva a terra a pochi passi da lui. Inservibile dopo che l'ultima freccia era stata scoccata. Il terreno era coperto di corpi, alcuni colpiti dalla lama della spada, la maggiorparte abbattuti dai precisi strali che aveva tirato fino a poco prima. Il corpo dell'elfo era coperto di sangue, non tutto dei nemici abbattuti. Le forze gli venivano a mancare, ma la battaglia non era ancora finita. Vi erano ancora avversari da abbattere, avversari che lo stavano chiudendo da più lati in contemporanea.

"Mhmm - pensò - mi sa che questo giro ho finito di cantare ballate in taverna".

Lentamente riportò la spada in posizione di guardia, ma la mano tremava per la stanchezza. Un avversario avanzo' e colpi', la lama deflessa dal rapier dell'elfo, ma sbilanciato, L'th cadde a terra. I suoi avversari proruppero in risate sguaiate.

Improvvisamente dei passi risuonarono nel tunnel che L'th aveva difeso strenuamente. Voci lontane portarono nel vento il nome di L'th, chiamato disperatamente, l'urganza del momento ben chiaro nel tono con cui il grido era proferito.

Un sorriso lieve increspo' il viso dell'elfo. Con fatica, appoggiandosi alla parete, si guardò nuovamente intorno, poi, individuato il più grosso dei suoi nemici, aprì la bocca in un ghigno feroce e disse: "Tu. Vieni a danzare con me!"

E la sua lama riprese a mietere il grano.

lunedì, ottobre 25, 2004

Wooooooooohuuuuuuuuu

Liberatorio, come grido... specie se eseguito con le braccia aperte e puntate al cielo.

Roma, 24 ottobre 2004, 21°C ... Posted by Hello

Ok, lo start è qui?

Lunedì mattina. Segna l'inizio di una nuova settimana. Spero meno movimentata di quella passata, ed un poco più serena. Il giungere dei fine settimana, anzichè rilassarmi, genera in me un senso di inquietudine, perchè non so cosa aspettarmi dalle improvvise crisi che si vengono a generare.

Nelle ultime due settimane ho collezionato crisi e riagganci da far invidia ad Innamorati cronici. E non si vede giorno.

Per lo meno a livello tesi si va avanti, con sforzo supremo, ma avanti.
Certo è il caso che rimodello il mio comportamento in relazione agli altri. Il mio distacco, ormai quasi cronico, da questa vita mi sta generando un'infinito cumulo di problemi.

Cerco difatti la soluzione a questo mio distacco, che mi spinge a trattare tutto con sufficienza, persone e cose alike, di dimenticarmi di tutto e di perdere interesse nelle cose dopo poco. Una sorta di delusion perenne, manco fossi sotto spell (e chi conosce un poco di D&D sa di che parlo).

Sono stanco di questa mia ... apatia, ecco, la parola esatta è quella, apatia.
Ho perso interesse in tutto, tutto mi sembra assolutamente inutile, vuoto e senza colore. Partecipo come se fossi un altro, non pienamente presente in nessuna mia attività.

Ecco, credo di aver trovato il centro dei miei problemi, sentimentali e quotidiani. Io ho perso gli stimoli. Non me ne frega proprio niente di niente. Questo mondo lo conoscevo, un tempo, lo amavo, un tempo, ero in competizione con lui. Ora mi sembra un inutile vorticare di attività senza senso, perso nella monotonia del quotidiano.

Certo, il peso di un lavoro che non mi dice nulla a livello professionale di certo ha il suo influsso su questo mio stato d'animo, ma non è solo questo. Io mi accorgo che non ho ben metabolizzato fatti della mia vita. Che ho gestito male, se non malissimo, l'intero arco di anni che dai tredici ad oggi hanno segnato la mia vita.

Il peso della morte di mamma rimane, unico buco nero che tutto risucchia, energie, voglia di fare, scopi. Già allora ero svuotato, ma nella mia quotidinità vivevo una vita comune. Dal crollo della certezza del mio quotidiano non mi sono più ripreso. Ho vissuto alla giornata, prima nella comoda sequenza del liceo, scelte già compiute, semplice mantenimento, per poi sfociare nell'Università ed autolesionare ulteriormente la mia già precaria convinzione a continuare con errori di valutazione e scelte dettate dalla follia di un momento e non da un ragionamento consapevole.

Lo stesso servizio militare, anche lì scandito da ritmi ed orari non miei, a cui era facile dire sissignore, perchè il pensiero era relegato agli ufficiali prima, ai superiori poi. Il minimo sindacale anche lì.

E via via tutto quanto fatto fino ad oggi, vissuto senza convinzione, nell'attesa dell'attimo, certo almeno quello, della fine di tutto per passare a nuova vita.

Mi definisco un battagliero. La verità è che ho gettato la spugna anni orsono.
Basta veramente poco a farti capire come le costruzioni che hai generato sono in realtà vuoti castelli eretti per la tua sicurezza interiore. Giustificazioni per i comportamenti discostanti, sempre superficiali che hanno guidato i miei atti in questi lunghi anni.

Ed ora raccolgo i cocci di questo processo di autodistruzione. Sono bastati due fine settimana di crisi con la mia metà per farmi capire che il mio comportamento necessita una correzione che richiede forze che forse non ho.

Però, un tempo mi sono definito battagliero... anzi, lo ero proprio, pronto alla lotta senza preoccupazione per le conseguenze. Ma ricordo ancora il sapore dell'eccitazione prima di una sfida, la voglia di prevalere. Sono nascosti in qualche cassetto della mia martoriata coscienza, sottochiave da una mediocrità che non mi appartiene e che non sento mia.
Reagire dunque, questa la missione, questo lo sforzo.

E determinazione, quella stessa determinazione che mi faceva correre con le vesciche ai piedi, la carne viva aperta alle offese del cuoio consunto degli anfibi, durante le marce, il tutto sotto uno spietato sole di un agosto romano.

Ecco, voglio stringere i denti e sollevarmi. Per quanto peso debba sollevare, per quanta merda debba ingoiare. IO PREVARRO'.
Ma necessito del supporto di tutti... per tornare a vivere :-)

giovedì, ottobre 21, 2004


Jason and Vince Bourne ready to go in action... don't mess with us Posted by Hello

mercoledì, ottobre 20, 2004

Quando il biglietto rileva...

Cinema stasera.
Si va a vedere Hero con tutti gli amici. Mancano le donne, ma il film non si presta, è da fanatici del japan-chinese movie.

Subito cominciamo con un potente conflitto di interessi. Su Sky max danno Cowboy Bebop - The Movie, che mi guardo con molto gusto fino a che i tempi tecnici di spostamento lo consentono. Per finire la visione mi affido alle fatiche del "Mulo", anche se dovrò aspettare qualche giorno.

Salto in macchina e schizzo in direzione Ottavia, ove è sito il Gulliver, cinema dai prezzi popolari e comunque dai grandi schermi. Nonostante la "premura" con cui sfreccio per le vie di Roma, arrivo proprio sul filo di lana.

Entro nel cinema di corsa... nessuno dei miei amici è visibile all'orizzonte. Prima di fare il biglietto riesco a dare un'occhiata all'esterno del cinema, casomai ci fosse il piantone col biglietto del cinema per il sottoscritto e non l'avessi visto.
Nessuno. Mi avranno dato per disperso. Così, sempre di corsa, rientro nel cinema e chiedo un biglietto per Hero.
Il cinquanta cambia di mano, e ricevo, non senza proteste ("Non avresti 5€?"), il resto e il biglietto. Lo allego perchè diviene essenziale per il resto della questione.




Piombo nel cinema, sala 1 come un fulmine, mi siedo al posto H16, dopo essermi guardato intorno senza successo, e mi appresto a guardare il film da solo per il primo tempo.
Passa il primo trailer (shrek 2) e viene il secondo (The Manciurian Candidate). Mi guardo intorno, ma ancora non vedo nessuno, e nel mentre recupero il fiato (sono veramente furoi forma se 100m di corsetta mi sfiancano così).
Finisce il secondo trailer e comincia il film. Bene. Giapponesi e spade, danze di morte ed essenzialismo, cromatismi e mosse impossibili, eccomi, fatemi vostro.
Prima scena: Tom Cruise scende da un aereo, e gli viene augurato buon soggiorno a Los Angeles. (Io: Tom Cruise? Aeroporto?)
Seconda scena: deposito dei taxi di Los Angeles, negrone che recupera suo mezzo e parte, dopo aver guardato la foto di un'isola tropicale che tiene dietro la tendina parasole del guidatore (Io: Ok, sto vedendo Collateral. Come è possibile ciò?).

Abbandonando per un attimo il film, torno al biglietto. H16, si il posto è questo, sala 1, la sala è ques... cazzo, hanno cancellato collateral, e scritto a penna Hero... 'ndove lo faranno sto film adesso?

Brevi attimi di indecisione, resto o vado? Alla fine vince vado. Esco veloce e piegato a panino per non rovinare la visione agli altri spettatori, e mi fiondo dalla signorina dei biglietti per chiedere la sala. Ovviamente è la due, sita a dx come ingresso rispetto alla sala dove sono entrato io.

Via, veloce come il vento, e piombo in sala a proiezione iniziata. La situazione è dunque come nella sala precedente. Mi siedo e guardo il film, aspettando il primo tempo per trovare il popolo. Il film acquista significato, anche perchè il cervello è pienamente allienato con quanto sto vedendo, mentre mi strideva la visione di Collateral (che peraltro vorrei vedere con Marina).

--- A fine film ho saputo che quando sono entrato era appena cominciato il film: tutto bene quel che finisce bene ---

La TSG div. inf. è morta. Viva la TSG!

Ieri sera ho liquidato i soci della Tecnologie Servizi Gestioni s.r.l. - Divisione Informatica. Con questo atto chiude la piccola impresa informatica che io e Gino avevamo creato.

Io lavoro full time come webmaster presso struttura pubblica, lui presso struttura privata.

Due strade per il momento separate, anche se nel lungo periodo, forse, ci rincontreremo e fonderemo la nostra piccola impresa informatica. Io per il momento devo incrementare le skill e prendere delle certificazioni un poco più corpose.

Una porta si chiude, altre se ne aprono. Avanti Vincio, avanti.

martedì, ottobre 19, 2004

Nettare all'orizzonte

EUREKA! Grazie a Mr. Carota ho trovato la ricetta del Liquore di melograno. Eccola:

Ingredienti: melograni sufficienti per ottenere - 1/4 di litro di succo -un pizzico di cannella - 130 gr di zucchero in polvere - 1/2 litro di alcool a 95 gradi

Preparazione: Scegliere dei melograni maturi; sgranarli e spremere i chicchi; aggiungere poi lo zucchero, la cannella e l'alcool; far riposare per un mese almeno; filtrare, poi imbottigliare di nuovo; liquore di indubbia provenienza pugliese, secco, tonico, adatto come digestivo.


Adesso non resta che provare a creare il distillato!

lunedì, ottobre 18, 2004


Me, my new cup, and a fill of green tea and mint having a good time together Posted by Hello

Derviscio nella notte

Venerdì sera. Serata segnata dalla stanchezza somma. E' tutta la settimana che corro come un matto, facendo orari improponibili la notte, ed alzandomi lesto per andare in ufficio. Sono davvero sfinito.

Dopo aver passato con Mary la serata, ammorbandola di sbadigli, mancamenti e sonnecchiate (che figura penosa!!!), mi rpedispongo al letto, aspettando la calata dal Nord del prode Rocco.

Il cellulare suona nel buio della stanza, con sforzo enorme riesco a recuperare l'apparecchio ed assumere una voce meno cavernosa quando rispondo.
Dall'altra parte un Rocco molto vispo mi comincia a bombardare di domande su strade di Roma, per arrivare a Flaminio - Piazza del popolo, passando da Roma Nord. Entro nel panico, anche perchè le richieste di informazioni sono superiori alle mie capacità ricettive... prendo tempo... è un male: arriva la domanda che sapevo aleggiava nell'aria... Dai, ti passiamo a prendere e ci accompagni dove dobbiamo arrivare, così evitiamo di perderci. Orbene, insistono per cinque minuti sull'argomento (lui e la Paola, ragazza che conoscerò solo dieci minuti dopo), e mi prendono per sfinitmento. Mi cambio dal pigiama ad un vestiario per l'esterno, e mi ributto sul letto a sonnecchiare fintanto che arrivano. Non so quanto tempo passa, ma quando risuona il cellulare, è con l'aria del condannato a morte che mi dirigo alla porta.

Durante la discesa delle scale, raccolgo le ultime energie, per fare una buona prima impressione su Paola (almeno non da zombie, ecco, perchè trascinare i piedi e rispondere SIII, MHMMM, BOH, NOOO, con voce cavernosa di certo non aiuta le relazioni sociali) e per non farmi sfinire da Rocco e le sue menate su come sono triste. Così, ristrutturato il mio aspetto fisico, entro in macchina di Rocco, e nuovamente arriva il bombardamento di info su come si arriva qui, come si va lì... e scopro con orrore che il multitasking nelle mie condizioni non è funzionante. O mantengo l'aspetto di chi regge le ore piccole, e bofonchio, oppure rispondo, ma vad perdendo in smalto. Comincia una durissima partita di dosaggi per mantenere capra e cavoli, e credo che alla fine, se non proprio brillante, quantomeno passabile lo sia stato.

Parcheggiamo la macchina a Passeggiata di Ripetta, perchè il locale è sul fiume, in un barcone... capirai... diluvia, come dire acqua sotto ed acqua sopra... l'umore barcolla tra la tragedia e lo sconforto... anche se l'aria frizzante della notte comincia a svegliarmi (come quando facevo lo scelto di compagnia al militare, ma erano altri tempi).

Man mano che il Baja si avvicina, con la sua sagoma tozza posata sull'acqua, mi accorgo che forse è meno peggio del previsto, e lentamente il 'UnZ Unz Unz che si va rinforzando, risveglia i sensi del mio corpo, da sempre sensibile al ritmo della musica.

Dopo un'attesa in amabile conversazione col buttafuori, che ci parcheggia all'umido per dieci minuti, giusto per far vedere che il posto è figo, riusciamo a penetrare, talloncino nero nella mano.

Dentro è una bolgia indicibile, con un Dj che continua, ad intervallir egolari a dire "Popolo del Baja, I want you, I miss you, I love you", mentre la musica pompa i bassi e guida il corpo in ritmici sconvolgimenti. Dopo una ricerca nella baraonda Paola incontra la sua amica Miriam, collocata in una zona separata del resto della folla da una ringhiera di legno.

E cominciano le sorprese. La prima è che nel dimenare di corpi della disco individuo due volti, anzi tre, noti: Stefo, Faber e Michela. Saluto, chiacchero, e mi eclisso dopo poco... il peperone all'aglio della cena, che Teresa mi ha imposto (così poi mi dici Brava), piotta sulla fascia, ed ogni tanto sgomma nell'alito, con zaffate letali che possono uccidere... Ecco, l'uscita non programmata comincia a mostrare le pecche organizzative: niente rimedi per l'alito, niente vestiti adatti al luogo... non rimane che supplire di energia e simpatia. Così, mentre inizio a danzare "come un derviscio" (come avrà da dire qualcuno domani mattina, ma questa è un'altra storia), mi accorgo che conosco una ragazza del giro di questa Miriam: è Rosa, una ragazza che bazzicava nel giro di mia sorella alla LUISS, ai tempi dell'Università. Anche lei si ricorda di me. Bacetti, saluti di rito, du' zaffate de peperone e via.
Torno a ballare.

La benzina però scarseggia, quindi mi oriento verso la zona della mescitura, ove al modico costo unico di quindici euro, mi guadagno un Long Island Iced Tea, su suggerimento di Rocco, e il talloncino arancio che consente di uscire dalla disco... e ottengo anche un briciolo di comprensione... mi pareva che non si pagasse l'ingresso.

La serata prosegue così, tra danze e balli vorticosi, con Rocco che invidia le mosse plastiche del mio corpo... lui che, troppo pieno di se, non riesce a vedersi a ballare, timoroso del giudizio degli altri. Io, che ormai da anni tale problema l'ho risolto, non mi pongo più il problema. Il giudizio degli altri è problema loro. Io vivo e agisco di conseguenza. Se voglio ballare ballo.
E siccome la musica mi rapisce l'anima, ballo com un disperato.

I cornetti di fine serata e la pioggia che ci accompagnano a casa sono solo cornice finale ad una serata che mi lascia sul confien tra contentezza e ... non so come definirla... forse... incompletezza. In fondo, mi mancava la partner del ballo... la mia giovine donna Mary, che balla come me, e soprattutto balla con me.
Un neo che peraltro richiede un'operazione di fine diplomazia per essere bypassato senza traumi, ma sono TROPPO stanco... sono le 03:40 del mattino e io ancora non sono a letto, come invece prevedevano i miei più modesti programmi per la serata.
A domani Metternich.

Simo's getting old

Serata in onore del vecchio Simo. Il suo compleanno è difatti appena passato.
Randevouz nel locale che frequentava Gazza, sulla Cassia. Luogo di ritrovo abituale ai tempi di Nanà, oggi ricordo sbiadito.

Arrivo con l'affanno, come al solito... stressato dal PC di Peppo che non vuole spaerne di partire: schermata BLU ad ogni riavvio... e dal poco tempo per riposare (visto che Rocco è partito nel pomeriggio inoltrato, e tra messa e riparazione al PC il problema tempo si è fatto rilevante). Mi ricordo le strade che percorro... come in un film al rovescio rivedo tempi andati. Passo davanti alla casa della Storta, ma non guardo. So che non c'è più nessuno, e anche se ci fosse, non avrebbe senso guardare. Mi riperdo nel passato, mentre cerco di capire dove si deve girare... perchè proprio non me lo ricordo. Alla fine le luci del pub sulla sx, freccia, notte alternata, e poi svolta. PG è con me, e forse anche la serata senza calcio: parcheggio subito. Il PUB, cordiale e caloroso come al solito, mi accoglie al suo interno. Il vetro smerigliato del separè mi manda immagini distorte dei miei amici siti al suo riparo, mi affaccio e sono sommerso dai colori e dai suoni della brigata in allegria. Tra una risata ed un'altra festeggiamo il vecchio leone, un poco sgualcito nell'anima, ma pur sempre il nostro Presidente. La chiacchera scorre veloce, la birra ed il sidro anche. Mangio un panino, e per fortuna, mettendo del solido nello stomaco. Poi, man mano che la serata degenera... anche per colpa della cameriera che inisteva a non volermi portare la panna cotta, adducendo che era terminata... ("Vorrei una panna cotta" - Non c'é - "Allora una panna cotta con il cioccolato" - Non c'è - "Allora me la porti col caramello" - Le ho detto che non c'è - "Allora proviamo quella ai frutti di bosco" - NON C'E'), tra lanci di noccioline, pappette, fucili accendisigari, sparaflesciate di accendini e chiacchere su vita amore e vacche, l'allegria va montando.

Una bella serata, scanzonata, anche se molte battute dei ragazzetti non le capisco proprio, specie Garison e company, ma va bene così. Si ride e si scherza... e poi si parla anche col cuore, quando Simo affronta le sue pene del cuore.

Il brachetto sugella la fine della serata, tra brindisi e bevute alla goccia.

... certo il ritono si fa difficoltoso...

domenica, ottobre 17, 2004

Rain ... falls down

Notte di tregenda su Roma... si vede lungo grazie ai lampi che squarciano il cielo, acqua che spacca la visione, la segmenta, la seghetta, la riflette, la liquefa in rivoli che sfuggono la vista, timidi o irruenti, nei sifoni delle grate di acciaio che costellano l'asfalto di strade, parcheggi, spazi aperti.

L'ululato del vento suggerisce paesaggi lontani, ma qui è ingabbiato, corrotto, spezzato dalle forme squadrate che affronta. Solo i fratelli alberi lo accolgono come un tempo, accompagnandolo per un breve tratto del cammino, fronde che lo accarezzano, bisbigliando, talora mormorando, il loro apprezzamento per un poco di movimento.

Tintinna la pioggia e va. Io resto steso su questo mio letto, ed ascolto. Nel mentre penso ai tempi persi, ai tempi presenti, ai tempi futuri.
Aspetto l'alba che sorga ed illumini il nuovo giorno, dall'aria pulita e pungente, e nel mentre prego, perchè la natura mi accompagna e mi sostiene in questa umana attività.

Ancora un tuono, poi restano solo le proiezioni subitanee di ombre cinesi dei lampi, ed il cadere ritmico delle sorelle gocce. Lentamente l'occhio si chiude e ricomincia il sogno... o forze riprendo a vivere.

venerdì, ottobre 15, 2004

Riding in the Rain

Mountain bike nera e gialla fosforescente, anfibi, jeans neri, camicia rosso carmine, giacca Goretex 2 nera (modello U.S.A.), occhiali a giorno e zaino porta PC sulla schiena.

Così sono andato oggi a lavoro (la mountain bike e lo zaino ci sono praticamente sempre).

Per fortuna scelsi la giacca potentemente impermeabile, perchè in zona piazza Cavour mi è piovuto di tutto sulla testa.

Grondante sono entrato in ufficio, mi sono seduto e, con un rotolone del bagno, mi sono asciugato.

Parevo la mummia! :-) Per fortuna che al bar mi sono preso qualcosa di caldo per contrastare l'umido... e che il buon Dio mi ha fatto robusto ;-)

Alga si sposa v. 1.0.1

Seconda parte del resoconto del matrimonio del cugino.

Come ho accennato, l'arrivo in chiesa è stato segnato da una corsa spasmodica, ma andiamo per ordine.

Dopo una notte passata in lenzuola umide e stanza che comincia a ravvisare quello che sarà il gelo invernale, ci si alza di buon ora e ... sopresa delle sorprese... un fantastico strudel ci accoglie in cucina, ove, con scampoli di acqua prelevati dalle bottiglie del viaggio, riusciamo a consumare una colazione a base di sopracitato strudel, marmallata di cotogne e thé. Da leccarsi i baffi.

Lascio le donne indaffarate con il lavoro della parrucchiera, dopo aver constatato che la situazione non è delle migliori a livello impianto elettrico (la luce di casa scattava in continuazione, bastava che fosse attivo lo scaldabagno per generare un corto che faceva saltare la corrente... ed io avevo anche una lavatrice che andava a bestia... SOB!) e mi dirigo verso la mia macchina: operazione lavaggio.

Se non ho potuto fare la festa di addio al celibato ad Alga, almeno andrò al matrimonio con la macchina pulita. E che c...o!

Così, armato di spugna per piatti (quelle classiche, gialle e verdi, col verde che serve a raspare) e detersivo per la macchina, comincio l'opera di pulizia, ben sapendo che non avrò modo si dare la cera (un tempo ad ogni lavaggio della macchina passavo anche la cera lucidante... ma era circa 5 anni fa... e la macchina aveva 5 anni già allora... oggi... bhè, mi sembra fatica sprecata). Ultimata la pulizia della macchina, mi accorgo che il tempo a disposizione sta finendo. Recupero quindi, con difficoltosa triangolazione, la coppia Maria e Maria Teresa, perse dentro Lido Azzurro, e poi mi vado a fare una doccia: fredda, nella speranza che l'acqua calda arrivi da Mary (solo dopo saprò che il mio sacrificio è stato inutile, perchè Mary ha fatto anche lei la doccia fredda, perchè vox populi diceva che non c'era acqua calda... che errore vox populi, che errore... l'acqua calda c'era eccome, solo che nessuno ha avuto la pazienza di aspettare che arrivasse).

Poi, con un occhio all'orologio e l'altro alla strada si va in macchina. Siamo Mary, Iaia, Peppo, Adriana e Carolina. Con manovre e velocità da urlo, riusciamo ad arrivare a Taranto in 5 minuti (Santa Jonica) e finiamo imbottigliati nel traffico della città vecchia... SOB!

Da una macchina limitrofa si sbracciano due persone... guardo meglio e chi ti vedo? Una testimone della spesa... faccio i rapidi conti... una della sposa di là, due dello sposo qui ed una nella macchina dietro... bene, in fondo siamo in orario. Senza testimoni non vanno da nessuna parte.

Lascio le donne dotate di tacco alto vicino alla chiesa, e proseguo alla ricerca di un parcheggio. Lo trovo a piazza Castello, vicino al municipio, affianco al tempio di Giove. Bello e comodo, anche se un poco distante dalla chiesa.
Col cuore in gola e Peppo che mi fa compagnia, dirigo verso la Chiesa di San Cataldo.
Il gran momento è giunto.

(to be continued)

mercoledì, ottobre 13, 2004

Mica mi hai dato il resto giusto!

Ovvero somma di una figuraccia col gestore della pizzeria/pasteria che sta qui vicino all'ufficio. Mangiamo allegri il nostro piatto di pasta incluso nel menù, con bibita annessa, e ci prepariamo a fuggire fuori con un quarto d'ora di pausa pranzo che ci avanzi, in maniera di andare a recuperare in edicola il cd di IMPERIVM, uscito sabato con la Gazzetta dello Sport, oltre che il numero di RID di Ottobre.

Bene, momento del conto. Ci alziamo e Vincio ha i soldi di tutti i partecipanti, incluso due tipi differenti di buoni pasto. Alla cassa scopro che uno dei buoni non viene accettato. BENE. Siccome è di Simo il buono invalidato, caccio fuori il deca di sostegno e aspetto il resto. Complessivo di spesa, 16€, quanto dato al giovanotto è stato 17€ ed un buono di 5,2€. Bene, vi era un simpatico resto.

Faccio tre passi e comincio a fare due conti mentali. Il resto metallico è di 70 cents. mi sembra un po' poco visto quanto ho consegnato in contante... e quanto si doveva pagare. Così torno indietro e chhiedo che vengano rifatti i conti, non una, ma due volte... e quello che continua a dire che il resto è 70 cents e 5€. Io ho solo i settanta, quindi reinsisto e lui mi dice che 5,70e è quanto mi è dovuto, gli faccio vedere i 70 cents, e lui mi indica il biglietto da cinque € che campeggia nella mia mano sinistra, sotto il portafoglio, tenuto da anulare e mignolo. Orrore e raccapriccio. Con la faccia sotto le scarpe batto in ritirata, chiedendo scusa in sette lingue, incluso l'aramaico antico.

Buongiorno L'th, forse alle due è il caso di svegliarsi...

lunedì, ottobre 11, 2004

Alga si sposa v. 1.0

Qui riporto il resoconto del matrimonio di Alga e Babs, meglio noti come None e Nona, nella chiesa di San Cataldo a Taranto.

Ma prima di affrontare l'argomento, passiamo al setaccio il giorno prima, segnato dal recupero del tassello dell'assicurazione della macchina, con corrispettiva congrua caduta del saldo del mio conto corrente e delle operazioni che hanno portato il nostro elfo da Roma a Taranto, fallendo nel contempo tutte le tappe intermedie.

La partenza subisce diverse modifiche in orario, la prima dettata appunto dalla necessità di recuperare l'assicurazione, la seconda, per pagare il bollo auto... e così la macchina in questi due mesi mi è costata 2000€ sani sani, la terza per mangiare ... che le umane forze scemavano pesantemente, poi abbiamo recuperato Gianni su Via di Tor di Quinto (io ed Anto) e poi passati da Mary siamo finalmente pronti a partire. Peccato che non lo sia il raccordo.

Il GRA ci ingloba al suo interno alle ore 15.40, e ci lascia uscire alle ore 18.55, dopo averci fatto viaggiare a passo d'uomo. Sono anche stato rilevato da Gianni alla guida, poichè stavo collassando dal sonno (serata precedente e corsa in bicicletta mattutina hanno fatto la differenza). La distanza che manca da Tarnato e la serata avanzata fanno temere il peggio per la festa di addio al celibato di Alga che io, Rocco ed Anto avevamo studiato con tanto trasporto.

Che minchia di destino.

Il viaggio prosegue lungo e senza soluzioni. Ci fermiamo solo all'autogrill la Macchia e per un cambio di guidatore sulla bretella di Caserta, ma non riusciamo proprio a recuperare sul tempo perso. Alga andrà a letto senza vederci.

In compenso riusciamo ad indirizzare degli amici di Alga alla casa che li ospiterà per il matrimonio, dopo aver lasciato Anto alla sua magione. Infine riusciamo a giungere alla casa, ove, sconvolti dal lungo viaggio, finalemente riusciamo a poggiare la capoccia sul letto e dormire (anche se disagiati).

Il mattino ci vedrà protagonisti di una nuova corsa alla quattro matrimoni ed un funerale. Con tanto di autista scurrile (il sottoscritto)... ma è un'altra storia.

venerdì, ottobre 08, 2004

Che viaggio!

Ieri sera ho recuperato le magliette per la festa di mio cugino Alga. BELLISSIME!
Esse sono nere come la pece, con scritto dietro 08 ott. 2004 Alga's Last Night of Freedom. Un must per ogni paertecipante alla festa di addio al celibato... e chissà che non abbia lanciato una moda... Magliette personalizzate per tutta la vecchia guardia ad ogni matrimonio. Sarebbe bello averle tutte. Ed inoltre ti ricordi la data del matrimonio... che è il giorno dopo la festa di addio al celibato.

Per recuperare le magliette ho dovuto fare mezza Roma, da via della Scrofa fino alla Nomentana, dopo il raccordo anulare, tutta in bicicletta, con soste ogni tanto per cercare di acquistare un giubbino alta visibilità (per il ritorno, che con lo scuro, non è salutare andare in biciletta), ma le mie scarse finanze (5,80€) non mi hanno permesso di arrivare all'acquisto del citato mezzo di visibilità notturna poichè costava ovunque >= 7€.

Al ritorno ho un poco strippato.

Ma all'andata, fintanto che il fiato mi teneva hoviaggiato come siluro, passando auto e motorini come noccioline, ed impiegando 40 minuti per raggiungere l'uscita del raccordo (in macchina ci avrei messo un'ora e mezza). GROSSA PROVA.
E domani si bissa.

giovedì, ottobre 07, 2004

Accade dopodomani 1

Dopodomani si sposa mio cugino Alga. Io sono testimone dello sposo. Compito grave, che si somma al compito di essere padrino di una meravigliosa nipote. Comunque sono contento di essere stato capato, perchè lo ritengo un onore/onere che posso affrontare con (spero) successo. E perchè in fondo Alga è pur sempre Alga. Dopo 5 anni di compagno di banco alle superiori, dopo 13 anni di scuola assieme, dopo 32 anni di vita a 200m l'uno dall'altro, il cugino è una delle persone che mi conosce meglio e che conosco meglio.

Però negli ultimi tempi vita e lavoro ci hanno allontanati, separati più per incompatibilità di impegni e distanze che per reali distanze caratteriali, e la ruggine che si è sviluppata in questo periodo ogni tanto fa sorgere delle botte di dubbio sulla reale capaicità di riuscire a risolvere i problemi qualora insorgessero, perchè non ne conoscerei gli antefatti. Quindi impegno a stare più vicino ad Alga in questo periodo. E in futuro ovviamente.

Domani sera facciamo un incontro con gli amici di sempre Rocco, Anto e il PG in differita (purtroppo è in Kosovo in missione), in cui festeggieremo il cugino senza eccessi, con una maglietta, di cui vi posto l'immagine nei prossimi giorni e con un piccolo kit per il marito ideale (comprensivo di telecomando universale, film hard, boccale di birra e manuale Kipsta sulla vita - per non restare mai senza risposte)... forse dovremmo includerci anche un kamasutra... vabbò, per ora non pensiamoci. Speriamo che il cugino gradisca.

Bene, ora mi devo preparare, che le magliette mi aspettano in culonia, più o meno sulla Nomentana... ed io ci devo arrivare in bicicletta!!!

Ieri pensavo che...

Sarei stato un cattivo professore, se mai avessi intrapreso la carriera.
Mi sarei lasciato distrarre dalle allieve.

Ok, pausa finita

Bene, ora che ho fatto autocommiserazione si reagisce. Perchè sapete che lo stress accumulato agisce in maniera strana. Mi sento come un'altalena che fa su e giu' da stati di prostazione completa a stati di esaltazione massima, passando per l'apatia.
Un simpatico connubio di adrenalina e catatonia che mi lascia alquanto perplesso.
La realtà e che mi sento un poco disarmato, e l'unica cosa che potrebbe risollevarmi, ovvero prendere sta benedetta laurea, risulta alquanto difficile e complicata, perchè mi è venuto il vomito dello scrittore... guarda caso solo per quel che riguarda la tesi.

Problemi? Beh, non volevo che pensaste che da queste parti si vive solo fuori dal mondo, ma che talvolta il mondo bussa.

Tranquilli, però. I problemi si affrontano e si superano. E solo un momento di stanchezza, dettato dal fatto che rincorro risultati fuori tempo massimo. Insomma, gioco con tre - quattro anni da recuperare e vi assicuro che sono pesanti.

BASTA!!!!!!!!

Reazione...

mi ci vorrebbe proprio un poco di rilassamento... meglio "rilassamento", se capite cosa intendo.

Tempo di riflessioni

Avrei voglia di mettere la faccia nelle mani e tappare le orecchie con i pollici... e poi staccare col mondo per due minuti netti, non chiedo molto, ma due minuti possono bastare...

Oggi il server dell'ufficio è di nuovo andato giù. A giudicare dal post precedente sull'argomento, parliamo di un nuovo crash dopo solo quindici giorni. L'amministrazione molto sportivamente risponde Cazzi vostri. Il responsabile dell'ufficio risponde Ricevuta la segnalazione, a presto... (a dopo i commenti), il tecnico che ci fa assistenza ci dice che ci aveva avvertito che aveva solo meso toppe... insomma shoutdown e non possiamo ritirarlo su.

Sommiamo l'assenza di progetti per il futuro, l'assenza di formazione, il vuoto pneumatico che produce questo ufficio... ed ecco che abbiamo vocalizzato la drammatica situazione in cui si versa. Animati di buona volontà, pronti a dare tutto per l'azienda e costretti da ignoranza, incuranza e scarsa lungimiranza all'inattività.

Se sommo che lo stress mi impedisce di scrivere più di quindici righe di tesi al giorno, il quadro generale è completo.

Quindi faccia nelle mani, pollici nelle orecchie e silenzio per due minuti.

martedì, ottobre 05, 2004

Raid in the past

Salve, torno a scrivere due righe in allegria, festeggiando il fatto che ieri ho rivisto un amico che non vedevo dal 2003 (o dintorni). Mitico aperitivo da G.....TTI (chi conosce Roma sa di cosa parlo, per gli altri, sorry, ma non faccio pubblicità). Chiacchere del più e del meno, che hanno coperto il periodo di lontananza. Ahaa, sto mooolto meglio. Le rimpatriate fanno sempre bene.

Ero tanto allegro che la sera alla partita di warhammer ho vinto con i nanazzi vs i temuti uomini ratto...

A Gì, se funziona come scaramanzia, si bissa la prossima volta.

venerdì, ottobre 01, 2004

Terra di Puglia è di nuovo visibile

Gaudio, gioia e tripudio... visitate questo sito, specie la sezione ricette, che vi sono piatti tipici pugliesi da farvi leccare le orecchie.

Piccola guida al commento

Mi giunge voce che ci siano difficoltà a postare un commento... bene, zio L'th si siede dietro la cattedra e fa una piccola lezioncina di COMMENTO SUI BLOG.
Lo facciamo analizzando un caso concreto: il commento al Blog di Lth... ah già, a questo Blog.

Bene bene, lasciamo che ci introduca ai misteri del commento sul Blog. Signori e signori un applauso per Mr. M'Laran.

(Diverse cassette di frutta dopo)

Umani ed umane, vi ringrazio per il colorato benvenuto che mi avete riservato. Commentare un Blog può sembrare difficile a prima vista, ma in realtà è ancora peggio. Bisogna difatti applicarsi a leggere la sequenza di istruzioni che compaiono a video, che non sempre è agevole, specie ora che siamo abitutati a fare le cose di fretta, ma vi assicuro che con un minimo di inglese ed un pizzico di buona volontà si arriva alla soluzione del caso. Punto primo, in fondo ad ogni articolo è riportato un link: # comments (dove con # intendiamo numero). Cliccando su tale link si accede ai commenti del post in questione (al momento il numero è 0, fatto questo che mi fa capire che il problema del commento è notevole, perchè l'opzione B è che io non sia letto :'-( ). Nella pagina commenti vi è un altro link, Post a comment che consente di andare verso la pagina dell'editor dei commenti... ma qui arriva lo scoglio ove tutti naufragano: la pagina opzioni post. In questa pagina difatti compare la fatidica scelta se inserire il post come utente registrato (e da qui la richiesta di un nome utente e password, necessari per identificarsi), se ci si vuole registrare (non essendolo in precedenza (il bottone SIGN IN in blu), oppure se si vuole postare come anonimo, seguendo il link post anonimously. Ora, la maggiorparte dei lettori di Blog non sono registrati, non hanno un briciolo di interesse a registrarsi e dunque seguono il link al post anonimo, vivendo contenti della loro possibilità di scrivere senza avere il problema di doversi ricordare un'altra password e nome utente.
E con questo ho concluso


APPLAUSI E COTILLON

Coperto dal rumore L'th ha ottenuto tre numeri di filo magico (telefono per voi del XXI secolo), e due giovani con cui uscire subito...
Ah come farà, come farà qeusto elfo ad avere così successo.