domenica, agosto 02, 2009

1-2 Agosto: Formia

Mary è da poco partita per San Candido, in quel del Trentino, o meglio ha cominciato il suo viaggio calvario nell'Italia dei treni (ritardo di 5 ore alla partenza, viaggio senza acqua corrente, aria condizionata e bagni funzionanti... da impalare il dirigente di Trenitalia che ha autorizzato la corsa di un simile convoglio), che io sono in viaggio con Giovanni e Federica alla volta di Formia, magione Fabbrox, per una due giorni di mare e relax. Poco davanti ai fari della mia C-max scorgo i fanali posteriori della macchina di Angelo che fa da apripista. Si pasteggia in autogrill, dove prende corpo anche un rifornimento di carburante che consenta di andare e tornare senza problemi.

Arriviamo tardi, ma ci distribuiamo subito in maniera naturale tra le stanze disponibili, per andare a dormire alle 03.00 di notte. Marina è appena salita sul treno... e ho detto tutto.

Notte incolore, in cui sprofondo in un sonno senza sogni, spossato dal viaggio. Neanche ascolto l'Ipod, per quanto son stanco.

Il mattino si sabato vede me e Giovanni dirigerci verso Formia città dove acquisisco materiale per la pesca subacquea, deciso a cominciare questa nuova attività. Il consiglio di Giovanni è decisivo nell'acquisto del fucile (un Arbalest della Seac Sub, da 60cm) e nel mentre conosciamo il sor Nostromo, un simpatico venditore locale che ci intorta di discorsi su Formia e nel mentre ci dimostra come non abbia veramente voglia di lavorare. Un vero personaggio, ancora da collocare tra positivi o negativi.
Poi Baraonda, mare, sole, immersioni e pesci. Mentre cerco di risalire dalla poppa sulla barca, usando la scaletta di servizio, cede l'ultimo piolo e i miei 92kg di potenza si abbattono a peso morto sulla testa in acciaio cromato della scaletta del mitico RIVA, ultimo ricordo di quel glorioso motoscafo. Dolore lancinante, caduta in acqua a seguire e mancanza di fiato. Due minuti da dimenticare, un dolore al costato che rende vano ogni sforzo in tal senso. Pesca infruttuosa, ma almeno capiamo dove andare a capare domani i pesci.
Poi al rientro a casa Fabbrox comincia il Workshop dell'IKEA, con la previsione di costruire tre comodinie, due cassettiere e di pomellare tutti i cassetti della cucina. Il generoso aperitivo prodotto dalle donne (praticamente una cena mascherata da aperitivo, spezza in due le fasi del lavoro. Nel mentre prendono corpo le nostre creazioni, che finiranno di essere montate solo dopo la mezzanotte.
Stanco morto mi corico nel mio lettino, con il prode Fabrizio che dorme accanto a me in altro lettino (aggiunta della giornata alla mia singola). La notte sfata un mito e ne crea un altro: io non russo (certificato da testimoni). Angelo invece quando russa sembra un trattore.

La domenica vede copiato il copione del giorno prima, anche negli esiti della pesca, ben miseri, per mon dire nulli. Rimangono ai posteri un tempo stupendo, un mare un po' torbido, la conferma della presenza della Riserva Marina in zona (fedelmente rispettata nei suoi confini) e un sacco di acqua spalata via dalla Baraionda... in tutto, tra andare e tornare quasi 180l. di acqua salmastra eliminati dal fondo interno del GOZZO.

E' tempo di tornare, si sciacquano le attrezzature per la pesca, si ripiega la roba in valigia e si riparte, ore 18.30 della sera, verso Roma.
Viaggio indolore, anche se per un momento ho temuto che avrei ceduto al sonno, di cui Giovanni si era accorto. Arriviamo alle 21.20, si cena a casa Iacq, con formaggi e prosciutti, poi crepato dal sonno e dalle vibranti rivelazioni sul passato dei nostri ospiti, mi dirigo verso casa ove stramazzo appena entro, cotto dalla stanchezza.
Domani è un altro giorno, ma il we di Formia è stato veramente bello.

1 commento:

Anonimo ha detto...

certo qua e là avresti anche potuto scriverlo quanto ti è mancata la mogliettina..ma temo che avresti detto il falso..eh??