Ovvero come in un caldo e afoso giorno d'estate andai col vecchio Giova a pescare lungo il litorale laziale.
Prima meta Marina di San Nicola, vicino Ladispoli, posto molto carino, con una spiaggia semiprivata, ottime scogliere, un castello in riva alla spiaggia mooolto attraente, vecchie rovine romane e un sacco di bel mare. Peccato che non si vedeva una beneamata... troppe alghe ed acqua poco limpida. Praticamente era come nuotare nel bianco.
così consultato un pescatore locale procediamo verso Civitavecchia Sud, dove pare ci sia un posto molto buono per pescare. Ma anche qui la sfortuna ci vien contro. Parcheggiamo troppo presto, in un posto che è dominato da tanti scogli affioranti. Un ricco ambiente pieno di pesci, che però son furbi e non si fanno prendere neanche in cartolina. Eppoi l'acqua è veramente fredda. Ma fredda fredda, tanto che dopo mezz'ora bisogna uscire per riprendere calore, con sintomi simili a quelli del fiume di Lido, ovvero freddo nelle ossa ed indifferenza al sole diretto per buone mezzore.
Cmq l'esperienza è stata bella e molto rilassante. Bei bagni, bella giornata all'aria aperta: nel complesso da rifare.
mercoledì, agosto 05, 2009
lunedì, agosto 03, 2009
Come rimasi fuori di casa per poi rinentrarvi in maniera fortunosa
Lunedì mattina. Tutto sembra andare alla grande, caldo tollerabile, sole, colazione abbondante, pronto per tempo. Insomma i prodromi di un buon giorno che comincia. Sotto, in strada, il supermarket sta caricando il magazzino, operazione condotta vicino alla mia macchina. Temendo in un graffio da svista, scendo e sposto la macchina in posto più comodo per me e per gli scaricatori. In una giornata così non puoi perdere l'occasione di fare una buona azione, specie quando eviti anche problemi alla tua "Nera".
Torno su, recupero le chiavi del motorino, lo zaino del PC, cellulare, Ipod, casco, chiavi di casa sono in tasca, via... esco e tiro dietro di me la porta.
Mano in tasca per estrarre le chiavi e dare le mandate e... Hurrà! In tasca ho le chiavi della macchina!
PANICO VERO.
Fuori di casa, senza moglie (in montagna) e suocera (in montagna con figlia) ho esaurito i mazzi di chiavi extra, non so come rientrare. Cominciano a prospettarsi ipotesi varie:
IPOTESI 1: salto da terrazzo vicino. Occorrente: il vicino a casa (non attuabile, in quanto assente) e una buona dose di incoscienza (mi ricordo che il mio quantitativo vitalizio l'ho consumato svariati anni fa a Lecce per passare da un Quarto piano a un terzo saltando dentro una finestra): SCARTATA.
IPOTESI 2: Panico (non contemplabile, non risolve il problema)
IPOTESI 3: ricerca di fabbro. --> Ho motorino a disposizione. SI COMINCIA
Chiamo in ufficio. La mattina non ci sono. Chiamo Marina, sono fuori di casa, conosci fabbri in zona? Fernando? Adoro Fernando, mi sta simpatico, prendo il motorino e schizzo via.
Fernando c'è, prende a cuore il problema, solo che non è lui fisicamente che fa questi lavori, ma altri che non rispondono al cellulare. Così dopo svariati minuti in cui il panico si riaffacciava come opzione, mi guarda sornione e mi fa: "Sei uno pratico? Smaneggione?"... "Oddio... - faccio io - diciamo di si, ecco, con qualche sbavatura forse, ma si, pratico lo sono" "Allora ascolta me e ti risparmi forse la chiamata del fabbro"...
Così mi spiega come aprire una porta blindata a cui non sia stata data la mandata della chiave usando una mera lastra da radiologia.
Sono rientrato a casa in 7 minuti.
MORALE 1: Sono uno smaneggione.
MORALE 2: chiudete sempre con una mandata la porta, anche se in casa. altrimenti vi entrano dentro quando meno ve l'aspettate.
Torno su, recupero le chiavi del motorino, lo zaino del PC, cellulare, Ipod, casco, chiavi di casa sono in tasca, via... esco e tiro dietro di me la porta.
Mano in tasca per estrarre le chiavi e dare le mandate e... Hurrà! In tasca ho le chiavi della macchina!
PANICO VERO.
Fuori di casa, senza moglie (in montagna) e suocera (in montagna con figlia) ho esaurito i mazzi di chiavi extra, non so come rientrare. Cominciano a prospettarsi ipotesi varie:
IPOTESI 1: salto da terrazzo vicino. Occorrente: il vicino a casa (non attuabile, in quanto assente) e una buona dose di incoscienza (mi ricordo che il mio quantitativo vitalizio l'ho consumato svariati anni fa a Lecce per passare da un Quarto piano a un terzo saltando dentro una finestra): SCARTATA.
IPOTESI 2: Panico (non contemplabile, non risolve il problema)
IPOTESI 3: ricerca di fabbro. --> Ho motorino a disposizione. SI COMINCIA
Chiamo in ufficio. La mattina non ci sono. Chiamo Marina, sono fuori di casa, conosci fabbri in zona? Fernando? Adoro Fernando, mi sta simpatico, prendo il motorino e schizzo via.
Fernando c'è, prende a cuore il problema, solo che non è lui fisicamente che fa questi lavori, ma altri che non rispondono al cellulare. Così dopo svariati minuti in cui il panico si riaffacciava come opzione, mi guarda sornione e mi fa: "Sei uno pratico? Smaneggione?"... "Oddio... - faccio io - diciamo di si, ecco, con qualche sbavatura forse, ma si, pratico lo sono" "Allora ascolta me e ti risparmi forse la chiamata del fabbro"...
Così mi spiega come aprire una porta blindata a cui non sia stata data la mandata della chiave usando una mera lastra da radiologia.
Sono rientrato a casa in 7 minuti.
MORALE 1: Sono uno smaneggione.
MORALE 2: chiudete sempre con una mandata la porta, anche se in casa. altrimenti vi entrano dentro quando meno ve l'aspettate.
domenica, agosto 02, 2009
1-2 Agosto: Formia
Mary è da poco partita per San Candido, in quel del Trentino, o meglio ha cominciato il suo viaggio calvario nell'Italia dei treni (ritardo di 5 ore alla partenza, viaggio senza acqua corrente, aria condizionata e bagni funzionanti... da impalare il dirigente di Trenitalia che ha autorizzato la corsa di un simile convoglio), che io sono in viaggio con Giovanni e Federica alla volta di Formia, magione Fabbrox, per una due giorni di mare e relax. Poco davanti ai fari della mia C-max scorgo i fanali posteriori della macchina di Angelo che fa da apripista. Si pasteggia in autogrill, dove prende corpo anche un rifornimento di carburante che consenta di andare e tornare senza problemi.
Arriviamo tardi, ma ci distribuiamo subito in maniera naturale tra le stanze disponibili, per andare a dormire alle 03.00 di notte. Marina è appena salita sul treno... e ho detto tutto.
Notte incolore, in cui sprofondo in un sonno senza sogni, spossato dal viaggio. Neanche ascolto l'Ipod, per quanto son stanco.
Il mattino si sabato vede me e Giovanni dirigerci verso Formia città dove acquisisco materiale per la pesca subacquea, deciso a cominciare questa nuova attività. Il consiglio di Giovanni è decisivo nell'acquisto del fucile (un Arbalest della Seac Sub, da 60cm) e nel mentre conosciamo il sor Nostromo, un simpatico venditore locale che ci intorta di discorsi su Formia e nel mentre ci dimostra come non abbia veramente voglia di lavorare. Un vero personaggio, ancora da collocare tra positivi o negativi.
Poi Baraonda, mare, sole, immersioni e pesci. Mentre cerco di risalire dalla poppa sulla barca, usando la scaletta di servizio, cede l'ultimo piolo e i miei 92kg di potenza si abbattono a peso morto sulla testa in acciaio cromato della scaletta del mitico RIVA, ultimo ricordo di quel glorioso motoscafo. Dolore lancinante, caduta in acqua a seguire e mancanza di fiato. Due minuti da dimenticare, un dolore al costato che rende vano ogni sforzo in tal senso. Pesca infruttuosa, ma almeno capiamo dove andare a capare domani i pesci.
Poi al rientro a casa Fabbrox comincia il Workshop dell'IKEA, con la previsione di costruire tre comodinie, due cassettiere e di pomellare tutti i cassetti della cucina. Il generoso aperitivo prodotto dalle donne (praticamente una cena mascherata da aperitivo, spezza in due le fasi del lavoro. Nel mentre prendono corpo le nostre creazioni, che finiranno di essere montate solo dopo la mezzanotte.
Stanco morto mi corico nel mio lettino, con il prode Fabrizio che dorme accanto a me in altro lettino (aggiunta della giornata alla mia singola). La notte sfata un mito e ne crea un altro: io non russo (certificato da testimoni). Angelo invece quando russa sembra un trattore.
La domenica vede copiato il copione del giorno prima, anche negli esiti della pesca, ben miseri, per mon dire nulli. Rimangono ai posteri un tempo stupendo, un mare un po' torbido, la conferma della presenza della Riserva Marina in zona (fedelmente rispettata nei suoi confini) e un sacco di acqua spalata via dalla Baraionda... in tutto, tra andare e tornare quasi 180l. di acqua salmastra eliminati dal fondo interno del GOZZO.
E' tempo di tornare, si sciacquano le attrezzature per la pesca, si ripiega la roba in valigia e si riparte, ore 18.30 della sera, verso Roma.
Viaggio indolore, anche se per un momento ho temuto che avrei ceduto al sonno, di cui Giovanni si era accorto. Arriviamo alle 21.20, si cena a casa Iacq, con formaggi e prosciutti, poi crepato dal sonno e dalle vibranti rivelazioni sul passato dei nostri ospiti, mi dirigo verso casa ove stramazzo appena entro, cotto dalla stanchezza.
Domani è un altro giorno, ma il we di Formia è stato veramente bello.
Arriviamo tardi, ma ci distribuiamo subito in maniera naturale tra le stanze disponibili, per andare a dormire alle 03.00 di notte. Marina è appena salita sul treno... e ho detto tutto.
Notte incolore, in cui sprofondo in un sonno senza sogni, spossato dal viaggio. Neanche ascolto l'Ipod, per quanto son stanco.
Il mattino si sabato vede me e Giovanni dirigerci verso Formia città dove acquisisco materiale per la pesca subacquea, deciso a cominciare questa nuova attività. Il consiglio di Giovanni è decisivo nell'acquisto del fucile (un Arbalest della Seac Sub, da 60cm) e nel mentre conosciamo il sor Nostromo, un simpatico venditore locale che ci intorta di discorsi su Formia e nel mentre ci dimostra come non abbia veramente voglia di lavorare. Un vero personaggio, ancora da collocare tra positivi o negativi.
Poi Baraonda, mare, sole, immersioni e pesci. Mentre cerco di risalire dalla poppa sulla barca, usando la scaletta di servizio, cede l'ultimo piolo e i miei 92kg di potenza si abbattono a peso morto sulla testa in acciaio cromato della scaletta del mitico RIVA, ultimo ricordo di quel glorioso motoscafo. Dolore lancinante, caduta in acqua a seguire e mancanza di fiato. Due minuti da dimenticare, un dolore al costato che rende vano ogni sforzo in tal senso. Pesca infruttuosa, ma almeno capiamo dove andare a capare domani i pesci.
Poi al rientro a casa Fabbrox comincia il Workshop dell'IKEA, con la previsione di costruire tre comodinie, due cassettiere e di pomellare tutti i cassetti della cucina. Il generoso aperitivo prodotto dalle donne (praticamente una cena mascherata da aperitivo, spezza in due le fasi del lavoro. Nel mentre prendono corpo le nostre creazioni, che finiranno di essere montate solo dopo la mezzanotte.
Stanco morto mi corico nel mio lettino, con il prode Fabrizio che dorme accanto a me in altro lettino (aggiunta della giornata alla mia singola). La notte sfata un mito e ne crea un altro: io non russo (certificato da testimoni). Angelo invece quando russa sembra un trattore.
La domenica vede copiato il copione del giorno prima, anche negli esiti della pesca, ben miseri, per mon dire nulli. Rimangono ai posteri un tempo stupendo, un mare un po' torbido, la conferma della presenza della Riserva Marina in zona (fedelmente rispettata nei suoi confini) e un sacco di acqua spalata via dalla Baraionda... in tutto, tra andare e tornare quasi 180l. di acqua salmastra eliminati dal fondo interno del GOZZO.
E' tempo di tornare, si sciacquano le attrezzature per la pesca, si ripiega la roba in valigia e si riparte, ore 18.30 della sera, verso Roma.
Viaggio indolore, anche se per un momento ho temuto che avrei ceduto al sonno, di cui Giovanni si era accorto. Arriviamo alle 21.20, si cena a casa Iacq, con formaggi e prosciutti, poi crepato dal sonno e dalle vibranti rivelazioni sul passato dei nostri ospiti, mi dirigo verso casa ove stramazzo appena entro, cotto dalla stanchezza.
Domani è un altro giorno, ma il we di Formia è stato veramente bello.
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