lunedì, gennaio 31, 2005
domenica, gennaio 30, 2005
Il congresso è passato... finalmente!!!
Per chi volesse sapere di che solfa si trattasse, rimando al link. Per il resto qui sotto.
...
Sabato mattina: partenza ad ora antelucana, in metro, zaino del portatile dietro la schiena. Umore alto, nonostante si prospetti un weekend di lavoro.
La signora dello streaming video mi aspetta alle ore 07:45, io, vuoi per una sveglia in ritardo, vuoi per aver sbagliato fermata della metro, vuoi per aver scoperto, per averlo preso al capolinea opposto, che il 30 (si, proprio il 30, il bus navetta che parte nella piazza dietro casa mia) arriva proprio a via Cristoforo Colombo (nota mentale, domani prendo il 30, così evito di camminare fino alla metro e dalla metro al palazzo dei congressi), dicevo, io arrivo alle ore 20.30 :-) e sfodero il mio sorriso migliore.
La cosa sembra salvare la situazione, ma non allevia il disagio che provo per aver fatto tardi... specie perchè fa un freddo che accora, la signora aspettava il sottoscritto per farsi accreditare e cominciare a montare le apparecchiature.
Cmq, dopo poco, arrivo alla stanza che ci ospiterà per due giorni, e comincio ad acchittarla.
Si mettono i manifesti ai muri, si sistemano le scrivanie e le prese elettriche, si comincia a lavorare alla pagina di Alleanza Nazionale che dovrà contenere lo streaming video della manifestazione e poi mi prendo il meritato riposo... una ricca colazione energetica per tirare su lo spirito.
Poi comincia la sarabanda.
Praticamente dal primo intervento in poi la giornata si è trasformata in un turbion di luci e colori, in cui il costante gracchiare degli speaker del mio portatile, sincronizzato con la diretta video, il calore dei quattro termosifoni in una stanza con moquette del '22, le chiacchere di M. e P. (oltre che le loro litigate), le costanti levate per raggiungere la sala principale della cerimonia per fare le foto ad ogni relatore, il continuo lavorare presso il portatile per creare le pagine web in tempo reale... bhè sono il sunto delle 14 ore che hanno seguito a quei brevi momenti di calma che hanno seguito la mia ordinazione del cappuccino.
Solo quando arrivano le nove, e salgo in macchina di una collega giornalista, che si è offerta di dare un passaggio a me e Valter, fermo le macchine e recupero. Le memorie del pranzo tornano alla ribalta, quella massa di copri avventati sui cibi disponibili, come barbari proni alla conquista, in uno sforchettare selvaggio e costante.
Mi sono salvato anche in quel frangente.
Rientro a casa e mi trovo la zia G. che mangia sola soletta in sala da pranzo, in funzione di badante per la mia nipote Franz che dorme placida nella mia stanza.
Non mi arrischio a sbirciare per non svegliarla, ma la cosa mi costa non poco, specie sapendo che domani non potrò vederla, sempre a causa di 'sta busta di una conferenza.
Chiacchero con la zia G. fino a tardi, sperando di vedere almeno Michi e Totò, ma quando si è fatta mezzanotte di loro ancora non si ha traccia.
Nel mentre che vado a letto, triste e sconsolato, avverto un rumoreggio di chiacchere sommesse che subito muiono nel silenzio. Sorrido... Franz si deve essere nel letto.
Quando chiudo gli occhi, lo faccio con un sorriso stampato sulle labbra.
Domenica.
Seguendo i miei propositi di ieri, mi avvio di primo mattino (ARGH! oggi è domenica... almeno fino alle 08.00 volevo dormire) verso la stazione degli autobus per prendere il 30.
Sono così contento che quando arrivo non faccio caso all'assenza del lungo pachiderma di acciaio a due carrozze. Solo dopo un'attenta spulciatura dei numeri sui cartelli scopro con ribrezzo che surante i festivi il 30 non parte... ach il mio fantastico piano di conseguimento rapido del palazzo dei congressi svanisce.
Allo scoramento segue un momento di riflessione, con realizzazione dell'esistenza in zona anzhe del mitico 130, autobus che arriva sulla Colombo paro paro dove arrivava il 30.
Così, salgo, mi siedo e mi metto a leggere.
Il viaggio è piacevole, in quanto scopro che questo mirabolante autobus a due teste e cinque code, essere mitologico mangiauomini, porta proprio a Testaccio, dinanzi alla strada della di me sorella... che linea!
Del congresso non parlerò, perchè oggi lo sfinimento rispetto a ieri è anche doppio.
Rimane da certificare che le signorine dello stand delle poste mi hanno massacrato il portafoglio per acquisire gli annulli speciali e le cartelline per conservarli.
Però è stato piacevole.
Per il resto, foto, chiacchere, lavoro e sangue, il tutto con la stanchezza nel cuore per la settimana trascorsa e la spossatezza mentale per aver realizzato che non ci sarà requie anche per la prossima settimana...
Solo alle 16.45 rientro finalmente a casa, affamato (niente pranzo oggi) e stanco.
Ma contento. Il congresso di AN è finito!
...
Sabato mattina: partenza ad ora antelucana, in metro, zaino del portatile dietro la schiena. Umore alto, nonostante si prospetti un weekend di lavoro.
La signora dello streaming video mi aspetta alle ore 07:45, io, vuoi per una sveglia in ritardo, vuoi per aver sbagliato fermata della metro, vuoi per aver scoperto, per averlo preso al capolinea opposto, che il 30 (si, proprio il 30, il bus navetta che parte nella piazza dietro casa mia) arriva proprio a via Cristoforo Colombo (nota mentale, domani prendo il 30, così evito di camminare fino alla metro e dalla metro al palazzo dei congressi), dicevo, io arrivo alle ore 20.30 :-) e sfodero il mio sorriso migliore.
La cosa sembra salvare la situazione, ma non allevia il disagio che provo per aver fatto tardi... specie perchè fa un freddo che accora, la signora aspettava il sottoscritto per farsi accreditare e cominciare a montare le apparecchiature.
Cmq, dopo poco, arrivo alla stanza che ci ospiterà per due giorni, e comincio ad acchittarla.
Si mettono i manifesti ai muri, si sistemano le scrivanie e le prese elettriche, si comincia a lavorare alla pagina di Alleanza Nazionale che dovrà contenere lo streaming video della manifestazione e poi mi prendo il meritato riposo... una ricca colazione energetica per tirare su lo spirito.
Poi comincia la sarabanda.
Praticamente dal primo intervento in poi la giornata si è trasformata in un turbion di luci e colori, in cui il costante gracchiare degli speaker del mio portatile, sincronizzato con la diretta video, il calore dei quattro termosifoni in una stanza con moquette del '22, le chiacchere di M. e P. (oltre che le loro litigate), le costanti levate per raggiungere la sala principale della cerimonia per fare le foto ad ogni relatore, il continuo lavorare presso il portatile per creare le pagine web in tempo reale... bhè sono il sunto delle 14 ore che hanno seguito a quei brevi momenti di calma che hanno seguito la mia ordinazione del cappuccino.
Solo quando arrivano le nove, e salgo in macchina di una collega giornalista, che si è offerta di dare un passaggio a me e Valter, fermo le macchine e recupero. Le memorie del pranzo tornano alla ribalta, quella massa di copri avventati sui cibi disponibili, come barbari proni alla conquista, in uno sforchettare selvaggio e costante.
Mi sono salvato anche in quel frangente.
Rientro a casa e mi trovo la zia G. che mangia sola soletta in sala da pranzo, in funzione di badante per la mia nipote Franz che dorme placida nella mia stanza.
Non mi arrischio a sbirciare per non svegliarla, ma la cosa mi costa non poco, specie sapendo che domani non potrò vederla, sempre a causa di 'sta busta di una conferenza.
Chiacchero con la zia G. fino a tardi, sperando di vedere almeno Michi e Totò, ma quando si è fatta mezzanotte di loro ancora non si ha traccia.
Nel mentre che vado a letto, triste e sconsolato, avverto un rumoreggio di chiacchere sommesse che subito muiono nel silenzio. Sorrido... Franz si deve essere nel letto.
Quando chiudo gli occhi, lo faccio con un sorriso stampato sulle labbra.
Domenica.
Seguendo i miei propositi di ieri, mi avvio di primo mattino (ARGH! oggi è domenica... almeno fino alle 08.00 volevo dormire) verso la stazione degli autobus per prendere il 30.
Sono così contento che quando arrivo non faccio caso all'assenza del lungo pachiderma di acciaio a due carrozze. Solo dopo un'attenta spulciatura dei numeri sui cartelli scopro con ribrezzo che surante i festivi il 30 non parte... ach il mio fantastico piano di conseguimento rapido del palazzo dei congressi svanisce.
Allo scoramento segue un momento di riflessione, con realizzazione dell'esistenza in zona anzhe del mitico 130, autobus che arriva sulla Colombo paro paro dove arrivava il 30.
Così, salgo, mi siedo e mi metto a leggere.
Il viaggio è piacevole, in quanto scopro che questo mirabolante autobus a due teste e cinque code, essere mitologico mangiauomini, porta proprio a Testaccio, dinanzi alla strada della di me sorella... che linea!
Del congresso non parlerò, perchè oggi lo sfinimento rispetto a ieri è anche doppio.
Rimane da certificare che le signorine dello stand delle poste mi hanno massacrato il portafoglio per acquisire gli annulli speciali e le cartelline per conservarli.
Però è stato piacevole.
Per il resto, foto, chiacchere, lavoro e sangue, il tutto con la stanchezza nel cuore per la settimana trascorsa e la spossatezza mentale per aver realizzato che non ci sarà requie anche per la prossima settimana...
Solo alle 16.45 rientro finalmente a casa, affamato (niente pranzo oggi) e stanco.
Ma contento. Il congresso di AN è finito!
venerdì, gennaio 28, 2005
Ricco congresso in erba...
Yuhu!
Sono cominciati i preparativi per il congresso di ... e ovviamente non funziona niente! Mancano le linee ADSL, ci difetta l'ISDN (quella presente difatti invia scariche elettriche ai portatili collegati) e mancano le prese elettriche... nel senso che dobbiamo produrre noi le ciabatte... insomma, un normale week end di casino si pprospetta all'orizzonte... magari documento con qualche foto il successo dell'evento.
Per ora torno a pianificare il progetto di fuga... ovvero il piano per evitare i paduli di acciaio che cominciano a girare per l'aere.
Sono cominciati i preparativi per il congresso di ... e ovviamente non funziona niente! Mancano le linee ADSL, ci difetta l'ISDN (quella presente difatti invia scariche elettriche ai portatili collegati) e mancano le prese elettriche... nel senso che dobbiamo produrre noi le ciabatte... insomma, un normale week end di casino si pprospetta all'orizzonte... magari documento con qualche foto il successo dell'evento.
Per ora torno a pianificare il progetto di fuga... ovvero il piano per evitare i paduli di acciaio che cominciano a girare per l'aere.
venerdì, gennaio 21, 2005
Attori e Giappone
Un mix incredibile di pubblicità con personaggi famosi... peccato le facciano solo in Giappone :-(
martedì, gennaio 18, 2005
Vorrei... non vorrei... ma sì, VORREI
Ovvero... breve dimostrazione della malignità delle donne.
Sabato sera. Roma è una città spenta dal freddo pungente. Pochi individui viaggiano veloci lungo i marciapiede, chiedendosi quale arcano mistero egizio li abbia spinti fuori di casa con un vento freddo e pungente come quello che accompagna i loro passi.
Non provo nulla nel vederli passare via... o forse quel solletico che il mio cervelletto mi invia altro non è che la soddisfazione per essere comodamente seduto nel vano passeggeri dell'auto del vecchio PG? Non credo... no, proprio non credo, mentre la mano va alla ricerca del comando dell'aria calda per potenziare il getto e la testa si muove ritmicamente a sinistra e a destra davanti al bocchettone dell'aria, i capelli spostati indietro dall'aria rovente in un movimento sexy... ach maledetta fantasia, ecco che mi ricordo scene di film, solitamente accompagnate da un Boun a ritmo molto basso e lento, quasi a sottolineare i movimenti... INSOMMA!
L'argomento del post è un altro. Ripartiamo.
Sabato sera. Roma è una città spenta dal freddo pungente. Pochi individui viaggiano veloci lungo i marciapiede, chiedendosi quale arcano mistero egizio li abbia spinti fuori di casa con un vento freddo e pungente come quello che accompagna i loro passi.
L'auto di Pg corre veloce lungo le strade intorno a casa, puntando in direzione del mitico Antonini, re delle torte da asporto, poichè questa sera siamo invitati a cena da Alga e consorte.
La varietà disponibile è fortemente limitata dall'orario in cui siamo giunti... praticamente chiude a breve. Campeggiano però all'interno della vetrinetta diverse torte mimosa ed un potente mont blanc. Ora, reminescenze di gioventu' mi riportano alcuni dettagli, tipo che Alga mangia il mont blanc, e quindi mi dispongo in posizione per richiedere il dolce, davanti alla cassa.
Dietro di me una coppia, formata da un giovin signore, capelli lunghi fino al collo, occhoali, barbetta e baffetti, più alto di me e magro (sempre più di me), e da una signora, capelli biondi corti, occhietti malvagi e indecisione cronica, che stanno facendo il tour delle vetrine alla ricerca di un dolce da portare per la loro simpatica cena in società.
Finiamo accodati a loro nella scelta della torta. E questa qui... no, forse è meglio quella lì, o prendiamo quell'altra? Non saprei... e così avanti.
In questo perdurante cercare la torta perfetta, anche il mont blanc viene selezionato, e poi scartato, con sudori freddi da parte mia e di Marina, che seguiamo il destino del dolce neanche fosse un parente prossimo.
La signora che sta servendo la coppia, ovviamente spazientita dall'indecisione, mi chiede se avevamo una richiesta. Io affondo subito, tentando il tutto per tutto: "Volevamo prendere il Mont Blanc, se ovviamente non lo prendono i signori dinanzi a noi". Ecco fatto, esca lanciata. Donna indecisa a te elevarti al disopra della popolazione e compiere il gesto magnanimo di chi sa e comprende... ero indecisa, loro vogliono il mont blanc, io prendo allora... "Allora prendiamo il Mont Blanc", piroetta, sorrisetto e sguardo compiaciuto al sottoscritto, il tutto mentre il marito, lui sì, uomo e quindi umano, cercava di salvare la situazione dicendo "Sei sicura, non vorremmo portare piuttosto quell'altra?" e poi "Scusateci, ma...". Io l'ho guardato, un mare nell'occhio del ciclone, piatto come una tavola, e gli ho detto: "Ma si figuri, non c'è nessun problema, prendiamo la mimosa al cioccolato là dietro (che era la nostra seconda scelta)", e nel mentre pensavo... io ho avuto la sfortuna di incontarla stasera, un incidente di percorso nella mia breve vita, ma pur sempre una parentesi di dieci minuti... tu l'hai sposata amico... dei due, chi sta peggio, non è certamente il sottoscritto :-)
Paghiamo usciamo e nel mentre si sviluppa il toto disastro Mont blanc che poteva capitare alla signora ed alla sua torta: perdiamo così un'occasione di elevarci anche noi al disopra della comune umanità, e di esercitare la cristiana comprensione, anche se in effetti, è più un gioco intellettuale per smaltire la frustrazione che un vero e proprio malocchiare.
Lenta e un po' piu' mesta la macchina di PG punta in direzione Roma Nord Ovest. Casa di Alga aspettaci.
PS
La mia memoria mi ingannava, il mont blanc piace ad Alga come un chilo di mozzarella... meno male che avevamo con noi la nostra mimosa al cioccolato e zabaione (lassù qualcuno ci ama).
PSII
Le elucubrazioni sui disastri non sono state ritrattate neanche in seguito della scoperta sui gusti dolciari del caro Alga >:-E
Sabato sera. Roma è una città spenta dal freddo pungente. Pochi individui viaggiano veloci lungo i marciapiede, chiedendosi quale arcano mistero egizio li abbia spinti fuori di casa con un vento freddo e pungente come quello che accompagna i loro passi.
Non provo nulla nel vederli passare via... o forse quel solletico che il mio cervelletto mi invia altro non è che la soddisfazione per essere comodamente seduto nel vano passeggeri dell'auto del vecchio PG? Non credo... no, proprio non credo, mentre la mano va alla ricerca del comando dell'aria calda per potenziare il getto e la testa si muove ritmicamente a sinistra e a destra davanti al bocchettone dell'aria, i capelli spostati indietro dall'aria rovente in un movimento sexy... ach maledetta fantasia, ecco che mi ricordo scene di film, solitamente accompagnate da un Boun a ritmo molto basso e lento, quasi a sottolineare i movimenti... INSOMMA!
L'argomento del post è un altro. Ripartiamo.
Sabato sera. Roma è una città spenta dal freddo pungente. Pochi individui viaggiano veloci lungo i marciapiede, chiedendosi quale arcano mistero egizio li abbia spinti fuori di casa con un vento freddo e pungente come quello che accompagna i loro passi.
L'auto di Pg corre veloce lungo le strade intorno a casa, puntando in direzione del mitico Antonini, re delle torte da asporto, poichè questa sera siamo invitati a cena da Alga e consorte.
La varietà disponibile è fortemente limitata dall'orario in cui siamo giunti... praticamente chiude a breve. Campeggiano però all'interno della vetrinetta diverse torte mimosa ed un potente mont blanc. Ora, reminescenze di gioventu' mi riportano alcuni dettagli, tipo che Alga mangia il mont blanc, e quindi mi dispongo in posizione per richiedere il dolce, davanti alla cassa.
Dietro di me una coppia, formata da un giovin signore, capelli lunghi fino al collo, occhoali, barbetta e baffetti, più alto di me e magro (sempre più di me), e da una signora, capelli biondi corti, occhietti malvagi e indecisione cronica, che stanno facendo il tour delle vetrine alla ricerca di un dolce da portare per la loro simpatica cena in società.
Finiamo accodati a loro nella scelta della torta. E questa qui... no, forse è meglio quella lì, o prendiamo quell'altra? Non saprei... e così avanti.
In questo perdurante cercare la torta perfetta, anche il mont blanc viene selezionato, e poi scartato, con sudori freddi da parte mia e di Marina, che seguiamo il destino del dolce neanche fosse un parente prossimo.
La signora che sta servendo la coppia, ovviamente spazientita dall'indecisione, mi chiede se avevamo una richiesta. Io affondo subito, tentando il tutto per tutto: "Volevamo prendere il Mont Blanc, se ovviamente non lo prendono i signori dinanzi a noi". Ecco fatto, esca lanciata. Donna indecisa a te elevarti al disopra della popolazione e compiere il gesto magnanimo di chi sa e comprende... ero indecisa, loro vogliono il mont blanc, io prendo allora... "Allora prendiamo il Mont Blanc", piroetta, sorrisetto e sguardo compiaciuto al sottoscritto, il tutto mentre il marito, lui sì, uomo e quindi umano, cercava di salvare la situazione dicendo "Sei sicura, non vorremmo portare piuttosto quell'altra?" e poi "Scusateci, ma...". Io l'ho guardato, un mare nell'occhio del ciclone, piatto come una tavola, e gli ho detto: "Ma si figuri, non c'è nessun problema, prendiamo la mimosa al cioccolato là dietro (che era la nostra seconda scelta)", e nel mentre pensavo... io ho avuto la sfortuna di incontarla stasera, un incidente di percorso nella mia breve vita, ma pur sempre una parentesi di dieci minuti... tu l'hai sposata amico... dei due, chi sta peggio, non è certamente il sottoscritto :-)
Paghiamo usciamo e nel mentre si sviluppa il toto disastro Mont blanc che poteva capitare alla signora ed alla sua torta: perdiamo così un'occasione di elevarci anche noi al disopra della comune umanità, e di esercitare la cristiana comprensione, anche se in effetti, è più un gioco intellettuale per smaltire la frustrazione che un vero e proprio malocchiare.
Lenta e un po' piu' mesta la macchina di PG punta in direzione Roma Nord Ovest. Casa di Alga aspettaci.
PS
La mia memoria mi ingannava, il mont blanc piace ad Alga come un chilo di mozzarella... meno male che avevamo con noi la nostra mimosa al cioccolato e zabaione (lassù qualcuno ci ama).
PSII
Le elucubrazioni sui disastri non sono state ritrattate neanche in seguito della scoperta sui gusti dolciari del caro Alga >:-E
lunedì, gennaio 17, 2005
Avevo un dubbio, ma l'ho sopito
Questo non sapevo se postarlo... alla fine ha prevalso l'incoscienza :-)
Ma tu, navigatore di laffuori, stai attento... Lth vigila e ti stanerà se ne fai un uso improprio! >:-E
Ma tu, navigatore di laffuori, stai attento... Lth vigila e ti stanerà se ne fai un uso improprio! >:-E
venerdì, gennaio 14, 2005
Un matrimonio da guinnes
Non pensavo di poterlo dire mai... ma "Ehi ma questo matrimonio è finito in un lampo!".
Piccolo flashback... avete presente cosa può essere un matrimonio pugliese? no? Allora andate a leggere questo piccolo compendio del matrimonio pugliese... che ahimè non ritrovo (Rocco, soccorrimi!!) cmq... tralasciando il matrimonio pugliese torniamo a questa sera... e parliamo di QUESTO "matrimonio".
Appuntamento alle ore 18.00 in chiesa sconsacrata (no, non sono satanisti, ma atei... e no, non è la stessa cosa... in tali argomentazioni, essi non credono proprio a niente, ma non divaghiamo ancora). Il traffico ed una serie di ristrutturazioni, oltre che un problema con la mia potente automobile, fanno sì che non si arrivi che per le 18.03. E per fortuna, che si è fatto appena in tempo per lanciare il riso... e già, avete compreso bene... 03.30 primi circa di cerimonia.
Anche i signori cronometristi del Guinnes, che dovevano certificare il risultato, erano increduli. Ma tant'è. Interrogato sull'evento, gli sposi hanno risposto "Abbiamo voluto dedicargli il tempo che meritava... in fondo il matrimonio non è una cerimonia qualsiasi!"
Cmq come in ogni matrimonio che si rispetti, ecco che viene l'ora del buffet... o doveva essere cena... comunque del carnaio, visto che i maschi si sono dovuti reinventare cacciatori e sgomitare a destra e manca per raggiungere il remoto tavolo degli stuzzichini freddi, in un apoteosi di appostamenti, trucchi e depistamenti, oltre che di accaparramenti dei bocconi prelibati.
Tutto questo per un paio di ore. Per fortuna la compagnia era buona, che gli sposi non si sono visti praticamente mai.
Ma che volete, il problema è che io sono tradizionalista e certe cerimonie "avanti" non mi riesce di digerirle bene... BURP! Forse, forse...
Piccolo flashback... avete presente cosa può essere un matrimonio pugliese? no? Allora andate a leggere questo piccolo compendio del matrimonio pugliese... che ahimè non ritrovo (Rocco, soccorrimi!!) cmq... tralasciando il matrimonio pugliese torniamo a questa sera... e parliamo di QUESTO "matrimonio".
Appuntamento alle ore 18.00 in chiesa sconsacrata (no, non sono satanisti, ma atei... e no, non è la stessa cosa... in tali argomentazioni, essi non credono proprio a niente, ma non divaghiamo ancora). Il traffico ed una serie di ristrutturazioni, oltre che un problema con la mia potente automobile, fanno sì che non si arrivi che per le 18.03. E per fortuna, che si è fatto appena in tempo per lanciare il riso... e già, avete compreso bene... 03.30 primi circa di cerimonia.
Anche i signori cronometristi del Guinnes, che dovevano certificare il risultato, erano increduli. Ma tant'è. Interrogato sull'evento, gli sposi hanno risposto "Abbiamo voluto dedicargli il tempo che meritava... in fondo il matrimonio non è una cerimonia qualsiasi!"
Cmq come in ogni matrimonio che si rispetti, ecco che viene l'ora del buffet... o doveva essere cena... comunque del carnaio, visto che i maschi si sono dovuti reinventare cacciatori e sgomitare a destra e manca per raggiungere il remoto tavolo degli stuzzichini freddi, in un apoteosi di appostamenti, trucchi e depistamenti, oltre che di accaparramenti dei bocconi prelibati.
Tutto questo per un paio di ore. Per fortuna la compagnia era buona, che gli sposi non si sono visti praticamente mai.
Ma che volete, il problema è che io sono tradizionalista e certe cerimonie "avanti" non mi riesce di digerirle bene... BURP! Forse, forse...
sabato, gennaio 08, 2005
mercoledì, gennaio 05, 2005
Vittima della fretta... o del pensar male?
Oggi il Vincio ha compreso una lezione... il giudizio è un'arma troppo importante per poter essere usata a sproposito.
L'ho compreso oggi, allorquando provato dai lunghi giorni di poco sonno e nervosismo ho giudicato delle situazioni senza avere il quadro completo della situazione davanti... ed in entrambi i casi ho giudicato male (in uno, anzi, il rincoglionito ero proprio io... doppia malafede dunque)... ma procediamo con ordine:
Caso 1 - Mattina, caffè sul fuoco, il mio temerario cane si alza dal suo letto di dolore e viene in cucina. In culo il caffè, io lo devo portare fuori... ma non posso neanche rovinare il caffè o la macchina... così chiedo a Teresa se può dargli un'occhiata, poi esco.
Quando rientro alla base Teresa mi dice che di caffè ne è uscito poco... e la mia mente subito fa due più due "Te lo sei bevuto e me ne hai lasciato un poco per fare figura" penso con un sorriso malevolo disegnato sul mio cervello diabolico... controllo la caffettiera per vedere se ci sono segni di livello differenti all'interno del vaso superiore (ma vi rendete conto in cosa si può trasformare un bravo ragazzetto...) ma niente... così, dopo aver ampliamente diretto alla subdola domestica una buona dose di accidenti, vado a rifare il caffè.
Non ne vuole sapere di uscire dalla caffettiera ... sto frocio di un caffè esausto... e così dai e dai... alla fine riesco a farlo cadere ... e con orrore scopro in sequenza: 1) sono un cazzone (come qualcuno ebbe a dire qualche tempo fa) 2) sono un cazzone malevolo e diabolico (perchè ho parlato male di persona assolutamente estranea ai fatti) 3) sono decisamente un CAZZONE: la caffettiera è difatti priva del cestello per contenere il caffè, e quindi l'intero infuso di caffè è stato prodotto miscelando acqua calda e caffè direttamente nel fornello inferiore... tant'è che sul fondo vi è uno strato di caffè abbrustolito che non lascia dubbi in proposito...
Prima nota mentale... mai sparare giudizi affrettati. Faccio il secondo caffè con mutismo e rassegnazione.
Ma la lezione deve essere stata dura da digerire poichè dopo poco ho raggiunto un nuovo giudizio affrettato.
Cortile interno, arrivo sfrecciando sulla mia MBK dinanzi al cancello e mi accorgo che una matiz argentata sta venendo dalla parte opposta per entrare. Ci fissiamo due secondi, mentre disperatamente cerco di raggiungere le chiavi nella tasca del pantalone, e nel mentre ... "Ecco, neanche la mossa di cercare le chiavi sto' strz" penso nuovamente, e raggiunto l'agognato mazzo, dopo una fatica bestiale, lo estraggo e abilito l'apertura del cancello automatico. Alzo lo sguardo e non ved una manina timida che rientra nella vettura dopo aver armeggiato anch'essa con il cancello?
"Orpo, oggi devo proprio stare attento con i giudizi, che altrimenti faccio una brutta fine". Con questo ultimo pensiero lascio la mia magione, in viaggio, senza saperlo, verso la mia Adua professionale come cineoperatore... ma questa è un'altra storia.
L'ho compreso oggi, allorquando provato dai lunghi giorni di poco sonno e nervosismo ho giudicato delle situazioni senza avere il quadro completo della situazione davanti... ed in entrambi i casi ho giudicato male (in uno, anzi, il rincoglionito ero proprio io... doppia malafede dunque)... ma procediamo con ordine:
Caso 1 - Mattina, caffè sul fuoco, il mio temerario cane si alza dal suo letto di dolore e viene in cucina. In culo il caffè, io lo devo portare fuori... ma non posso neanche rovinare il caffè o la macchina... così chiedo a Teresa se può dargli un'occhiata, poi esco.
Quando rientro alla base Teresa mi dice che di caffè ne è uscito poco... e la mia mente subito fa due più due "Te lo sei bevuto e me ne hai lasciato un poco per fare figura" penso con un sorriso malevolo disegnato sul mio cervello diabolico... controllo la caffettiera per vedere se ci sono segni di livello differenti all'interno del vaso superiore (ma vi rendete conto in cosa si può trasformare un bravo ragazzetto...) ma niente... così, dopo aver ampliamente diretto alla subdola domestica una buona dose di accidenti, vado a rifare il caffè.
Non ne vuole sapere di uscire dalla caffettiera ... sto frocio di un caffè esausto... e così dai e dai... alla fine riesco a farlo cadere ... e con orrore scopro in sequenza: 1) sono un cazzone (come qualcuno ebbe a dire qualche tempo fa) 2) sono un cazzone malevolo e diabolico (perchè ho parlato male di persona assolutamente estranea ai fatti) 3) sono decisamente un CAZZONE: la caffettiera è difatti priva del cestello per contenere il caffè, e quindi l'intero infuso di caffè è stato prodotto miscelando acqua calda e caffè direttamente nel fornello inferiore... tant'è che sul fondo vi è uno strato di caffè abbrustolito che non lascia dubbi in proposito...
Prima nota mentale... mai sparare giudizi affrettati. Faccio il secondo caffè con mutismo e rassegnazione.
Ma la lezione deve essere stata dura da digerire poichè dopo poco ho raggiunto un nuovo giudizio affrettato.
Cortile interno, arrivo sfrecciando sulla mia MBK dinanzi al cancello e mi accorgo che una matiz argentata sta venendo dalla parte opposta per entrare. Ci fissiamo due secondi, mentre disperatamente cerco di raggiungere le chiavi nella tasca del pantalone, e nel mentre ... "Ecco, neanche la mossa di cercare le chiavi sto' strz" penso nuovamente, e raggiunto l'agognato mazzo, dopo una fatica bestiale, lo estraggo e abilito l'apertura del cancello automatico. Alzo lo sguardo e non ved una manina timida che rientra nella vettura dopo aver armeggiato anch'essa con il cancello?
"Orpo, oggi devo proprio stare attento con i giudizi, che altrimenti faccio una brutta fine". Con questo ultimo pensiero lascio la mia magione, in viaggio, senza saperlo, verso la mia Adua professionale come cineoperatore... ma questa è un'altra storia.
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