Dopo una breve toccata in Puglia per recuperare dalle intemperanze dei barbari drogati, il nostro eroe affronta un viaggio di ritorno in Marozzi che ha del poetico ed dell'epico in contempo.
La poesia è data dalla sequenza di scorci che pasano lungo l'autostrada, e che dal finestrino rialzato dell'autobus di linea sono sempre nuovi (molto alla Dead Poetry Society... cambia il tuo punto di vista sulle cose per non fossilizzarti) ... l'epico da una signora e futura nuora che stava due file dietro di me... il figlio si era appena laureato... e vi assicuro che la cosa è certa! Dopo 6 ore di viaggio ininterrottamente passato al telefono a parlare della laurea del figlio o con lòa nuora per pianificare le nozze non ci sono dubbi che la mente umana possa concepire per mettere in discussione questa verità.
Per fortuna avevo l'IPOD ed il mio portatile (che è stato giustamente oggetto di commento della signora mai sputo e della sua compagna di viaggio) per alienarmi... altrimenti l'inferno sarebbe stato in terra.
...
Scorre via questa strada,
scorre coi colori tenui di un giorno che muore,
nastro di pietra inghirlandato di acciaio,
mentre il metallo cola nelle mie orecchie stanche
desiderio di riposo e meditazione
colori che ricordano antiche avventure
sentimenti
mai sopiti dal cuore
emergono prorompenti dalle striscie intermittenti
un mondo che non è più
sorge dalle ceneri della memoria
in un revaival senza popcorn
il cuore
eterno viaggiatore si lascia cullare dallo sguardo
e lentamente riassorbe
Metallo, ancora metallo nelle orecchie
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