Il cielo terso di un giorno di dicembre in Orte, alberi spogli ghermiscono il cielo con dita adunche e lunghe, mentre nuvole solitarie, foriere di pioggia, scorrono pigre in un cielo cobalto.
Vien voglia di sedere accanto al fuoco e godersi il tepore che sprizza dai ciocchi imprigionati dalle lingue cremisi che lentamente li consumano, scavandone la superficie con ferite che fumano, sfavillano, issano e soffiano, per poi tracimare in cenere bianca e fumante.
Magari con un paio di castagne che lentamente si tostano alla fiamma, spandendo odori inconfondibili e liquidizzanti in bocca per l'aria della stanza antica.
Un tipico momento di un giorno di inverno in campagna.
Ed il mondo è meno freddo.
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