C'è aria di fermento in Roma, sarà la primavera che cede il passo all'estate, sarà la voglia di uscire che viene col caldo, saranno le serate incanteoli sotto un cielo antico eppur sempre nuovo, fatto sta che il sottobosco della Roma notturna fiorisce di attività e di nuovi locali pronti a convogliare nei loro confini il divertimento delle folle romane.
Ieri sera abbiamo partecipato all'inaugurazione di uno di questi locali, il "Quasi Pub di Blue e Joy", ovvero un locale che potenzialmente ha le carte in regola per essere grande ma che ha anche grossi difetti congeniti...
Ma veniamo a descrivere la questione. Blue e Joy sono due bambole una di look triste, ma contenta dentro perchè tutti l'abbracciano e l'amano, l'altra dall'aspetto felice, ma triste dentro come solo una bambola può esserlo perchè nessuno vuole giocare con lei. Le due bambole sono state inventate e disegnate da due disegnatori italiani, il cui sito è linkato nel titolo del post.
Di questi due caratteri, sui quali potremmo tirare giù una dissertazione sociale molto interessante, il pub vuole farsi ambasciatore, e diventare locale a tema.
Uno dei punti buoni. L'altro è la musica, decisamente a tema.
Rimane da decidere cosa se ne fa un pub sito in via sabotino (al numero 14 per essere precisi) di un ambiente che dovrebbe virare al bianco e nero, contaminato semmai di metallo, delle guarnizioni in legno, degli specchi alle pareti e delle icone luminose inneggianti al Rock, il tutto su una superfice che sarà stata di 50mq.
Ecco quindi elencata la colpa di questo locale che secondo il mio modesto parere prende spunto da un'ottima idea, ma per scelta di locale e luogo di impianto, nasce morta, e non so che successo potrà avere.
Triste dirlo, ma credo che questo fermento estivo della città Eterna porterà solo al vuoto spinto nel lungo periodo. Con la lieta speranza di essere smentito dai fatti.
sabato, maggio 27, 2006
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2 commenti:
Ma comm'cazz'è che quando scendo io si finisce sempre nel solito tristerrimo pub?
e che ci vuoi fa'... sarà che te la chiami...
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