Forse non conoscete Shai Agassi, ma fareste meglio ad aggiornarvi su questo simpatico ragazzo israeliano che lentamente, ma inesorabilmente, porta avanti la sua battaglia per eliminare la dipendenza dal petrolio da parte delle nazioni industrializzate.
Adesso sta lavorando in Giappone e Cina. Non produce macchine elettriche. Lui crea le reti di rifornimento semplici e veloci per le macchine elettriche... come dire... crea le infrastrutture che permetteranno l'espandersi del mercato delle macchine elettriche.
Se riesce sarà l'ultima guerra vinta da Israele nei confronti dei suoi vicini e del terrorismo. Senza i petrodollari gli arabi tornano ad essere proprietari di sabbia e null'altro. I rivoli di soldi che ora alimentano il terrorismo si asciugheranno e nel frattempo il nostro mondo ricomincerà a respirare, con una poderosa riduzione delle emissioni di CO nell'aria. D'altronde i problemi ecologici sono all'ordine del giorno in tutto il mondo. Dall'enorme massa di plastica che naviga negli oceani, ai detriti millesimali che gravitano a date altezze intorno alla terra, siamo circondati da problemi concreti che minano la nostra possibilità di sopravvivere su questo nostro pianeta nel lungo periodo. Tocca cambiare marcia. Shai fa parte di questo processo. Se poi fa anche un favore alla sua nazione, eliminando i fondi dei governi ostili... tanto di guadagnato. Ah... la genialata è che il business è business... e quindi anche se non dovesse essere lui a portare avanti la cosa... qualcuno cmq ci lavorerà. Il processo è di quelli inarrestabili. Bisogna solo vedere quanto impiegherà a diventare realtà.
L'aritcolo di Wired che mi ha inspirato la riflessione è questo
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