Impietosa lettura della tatentinità, della città mai marinaia, attendista, incapace di affrontare le nuove sfide con il dovuto coraggio, piegata e piagata dalla simbiosi con il siderurgico nazionale prima, privato poi, ed il rapporto con i miti del "diverso" così amato, così odiato.
Un libro che non sempre è obiettivo, ma sicuramente coglie molti punti dell'essere tarantini, e risulta chiaro anche per chi ha lasciato la città e vive ormai lontano dai due mari che è un racconto di misto amore quello che viene fuori.
In attesa di trovare il coraggio per reinventare questo Sud così abbisognoso delle sue anime belle.
E nel mentre, ecco cosa succede a Taranto
giovedì, marzo 08, 2007
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