venerdì, gennaio 11, 2008

Conversazioni in silenzio

Ci sono momenti in cui avere un blog si trasforma in qualcosa di utile. Mi piace credere che questo sia uno di quelli. Qui sotto trovate l'opera di una giovane poetessa, Paola Lionetti, che ha messo in questa prima raccolta di versi la sua immagine del mondo. Il coraggio dell'incoscienza? No! La forza della pulsione artistica, la sensibilità, la possibilità e la voglia di trasmettere sentimenti ed emozioni in versi. Ecco... i poeti sono i veri cultori della nostra natura di uomini, che le loro penne non siano mai secche, e possano trovare sempre nuovi versi... vuol dire che gli uomini non saranno morti.

La biografia della poetessa è così descritta...
Paola Lionetti è nata a Roma il 5 dicembre del 1965. Laureatasi in Scienze Geologiche all’Università degli Studi “La Sapienza”, dal 2003 lavora presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Ha scritto diversi articoli e partecipato alla stesura di cd-rom e testi di divulgazione scientifica. Conversazioni in silenzio è la sua prima silloge poetica.

Un esempio di poesia tratto dal libro e dedicato a... indovinate un po?

Il clown che è in te
Sulle labbra hai un sorriso
che ispira serenità,
dentro c’è un miscuglio
di solare semplicità
e pensieri ingarbugliati.

Le imprese impossibili ti riescono facili
e quelle semplici diventano difficili.
È il tuo mondo, che funziona al rovescio
– la tua faccia grondante di lacrime –
ma tu non ti perdi mai d’animo.

Alzo gli occhi
– come per guardare il tuo naso rosso –
con tutti i tuoi piani per l’avvenire,
che ti si rovesciano addosso.

Sono costretta a sorridere.
E anche tu.
Nel futuro si schiude uno spiraglio.


Qui sotto il testo tratto dalla prefazione:
Conversazioni in silenzio è una raccolta poetica in cui l’autrice, Paola Lionetti, compie un percorso tortuoso, a tratti doloroso, ma altresì desiderato, voluto, consapevole: un viaggio che la conduce nei meandri della coscienza di un Io lirico fragile, eppure pronto, deciso a sostener il peso della propria sensibilità.
All’inizio si ha l’impressione di seguire i passi incerti di una scrittura che teme di schiudersi, di volgere lo sguardo
oltre il foglio bianco ma che gradualmente diviene sempre più solida, sempre più affidabile, e se l’incipit è un mezzo
per scrostare via lo schermo che l’Io lirico ha posto fra sé e il mondo, in seguito la poesia di Paola Lionetti diviene “il mondo”. I luoghi, le persone, i sogni che si leggono in questa raccolta sbocciano difatti all’improvviso accorciando le distanze tra il paesaggio interiore dell’Io lirico, il suo sguardo, e il resto, il paesaggio vivo e pulsante che lo circonda. A tratti questa silloge suggerisce un motivo diaristico e dialogante, l’interlocutore di questi versi tuttavia è sempre sfocato, assente, impreciso e ciò rende il dialogo dell’io lirico un dire silenzioso, una continua ricerca di equilibrio nell’instabile tentativo di comunicare.

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