Oggi riflettevo che la vita non è altro che un caledoscopio di colori messo davanti ai nostri occhi, con i movimenti della manopola dettati da leggi a noi estrenee nel controllo. Ci passano davanti figure sconnesse, colorate, vivaci, violente, tristi, di cui cogliamo solo frammenti, concentrati nel capire il senso di tutto quello che ci circonda. Poi all'improvviso capita che ci sia uno sprazzo di coscienza, che la nostra mente si svegli dal torpore dello stordimento indotto dalla sequenza senza fine di luci e colori, e riesca a cogliere un quadro d'insieme. Sono quelle le volte in cui tutti i pezzi sembrano andare al posto loro, facendo una figura comprensibile. Ma è un attimo e la consapevolezza del momento sparisce al nuovo vorticoso mutare delle forme.
Ma se hai in te la scintilla della consapevolezza che il disegno, seppur ignoto nelle sue forme e in costante divenire, ha un senso, consapevolezza che ti deriva dal credere che ci sia altro oltre questa vita (e non un generico altro. Si è cattolici da queste parti e convinti), e che nel segno della croce tutto trova spiegazione, allora il tracciato confuso, vorticante e caotico assumerà il contorno sfuocato di uno sfondo fuori campo. E tutto il vero, l'importante, il durevole salirà davanti ai tuoi occhi come solida certezza.
martedì, febbraio 03, 2009
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