C'è un che di nazional popolare nei sabati mattina della Balduina - zona Appiano, un sapore di antico, che mi riporta alla memoria le mattine di sabato nel Salento profondo, quando andavo a trovare gli zii a Galatina, mezzo esaltato e mezzo scocciato (esaltato per la gioia di ritrovarli, la buona cucina, la maestosa casa padronale in cui mi perdevo sempre, per la possibilità di scoprire un nuovo pezzo di radici della mia famiglia, che ogni tanto emergevano dal buio dei recessi della memoria dei miei antenati. Scocciato per un copione che si ripeteva di settimana in settimana, incastonato nel morbido degradare dal bianco intenso alla panna sporca dei muri coperti di calce delle case dei paesi della Puglia estrema), e i ritmi di quel momento diventavano registro su cui modellare le nostre giornate.
Una musica si stornelli romani riempie l'aria assolata di questo sabato mattina sferzato da un vento gelido. E come massaia di altri tempi provo il mangiapolvere che nuovo fiammante si è aggiunto alla collezione di mezzi ciuca energia di casa. Mangiapolvere, battitappeto e ancora mangiapolvere, il tutto condito da "Tanto pe' cantà", "La società dei magnaccioni", "Il barcarolo va" e altre canzoni che non conosco...
Non so il perchè, ma questa combinazione di eventi mi ha riportato in molti luoghi del mio passato. Nella mia stanza dai mobili metallici in Lido, con la moquette per terra marrone e tanti libri/giocattoli da sistemare, di finestre spalancate nel sole primaverile e la musica di Tozzi e Baglioni che proveniva dalle case limitrofe; mi ha riportato alle passeggiate per le vie di paesi i cui nomi sono persi nella mia memoria, ma i cui colori e sapori sono scolpiti nel mio DNA, coi bianchi, i verdi, i blu, i rossi, le pietre leccesi e su tutto il sole che dava un riverbero accecante.
Fa strano però che questa sensazione emerga da un quartiere di Roma sito nelle limitrofe adiacenze del centro... eppure così provinciale nelle sue espressioni.
Torno a studiare, con lo sguardo però che torna insistentemente a guardare fuori dalla finestra a godersi i giochi di luci e ombre disegnate da questo sole che a Roma mancava da tanto tempo.
Alas
sabato, febbraio 14, 2009
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