domenica, novembre 21, 2004

Sabato sera... e le sette si radunano a Fidene

Viaggiano a gruppi isolati, ma al loro interno fanno una bisboccia invidiabile: sono i gruppi di professionisti diretti alla festa del Maui.
Si riconoscono dalla comune attività lavorativa, e tale identità di interessi funge da collante nella baraonda che sta per seguire.

La festa del Maui prende forma nel quartiere Fidene di Roma, borgo periferico nella zona Salaria, dalle forme geometriche allungate lungo il lato orientale della strada consolare, all'interno un coacervo di strade anonime e intersecantisi, in un saliscendi di colline e dossi.
In poche parole, o Fidene lo conosci, o anche solo trovare il raccordo anulare diviene un'impresa epica.

Trovata la strada della donna dei serpenti, si parcheggia il bolide in luogo acconcio (come direbbe un sinistro figuro che viene ad installare e manutenere i nostri server), e ci si avvia in un'aria gelida, vera sopresa della serata, visto le serate tiepide che hanno fatto da padrone a Roma fino a ieri, chiusi nei nostri cappotti (ed è indice che il clima era temperato fino a 24h prima l'assenza di indumenti protettivi in due o tre persone del nostro gruppo).

Citofono, scarica elettrica che ci invita al secondo piano, pianerottolo, prime note, uscio. Calore e baraonda subito dopo.
La tranquilla festa dello Zinni, in realtà sono due feste unite, al cui interno si muovono individui di due comitive che di comune hanno solo uno dei due festeggiati.

Cibo e bevande scorrono a fiumi, mentre canzoni alla chitarra vengono inneggiate come neanche nelle più rinomate fiaschetterie della capitale e dintorni.
Ma è peculiare osservare i gruppi che si vanno costituendo in giro per la casa... non gli estemporanei incontri del "come stai? E' tanto tempo che... che fai ora?" e via dicendo, ma quelli che stazionano in una data area della casa per tempi prossimi ad infinito, dialogando in pianta stabile, e che al massimo shiftano di posizione, ma non mutano compagni di chiacchera: sono tutti gruppi professionali. Da una parte gli psichiatri e gli psicologi, da un'altra i medici, in un cantuccio gli ingegneri informatici. Guest star dei vari gruppi gli stranamente pochi laureati in legge e similia e gli altri appartenenti alle classi lavorative.

Insomma: per fare conversazione bisogna davvero conoscere tanti argomenti... e sembrare laureato nelle materie interessate dalla conversazione... o quantomeno di lavorare per raccomandazione nel campo.

La festa, che era iniziata con buone premesse sciama così, nel settarismo, anche se il solo parlare con gli amicici porta allegria ad un pendolare della chiacchera come il sottoscritto, che ha vagato da un gruppo all'altro facendo una, al massimo due osservazioni.

Nota positiva della serata... anzi note:
1) La macchina al ritorno è partita subito nonostante fosse su batteria ausiliaria e facesse un freddo meneghino.
2) La conferma che le tette contano ad un esame universitario è stata dimostrata scentificamente da un'ingegnera. Pare che abito aperto davanti in modo vertiginoso, ma sempre nel lecito, fruttasse dagli 1 ai 2 punti in più rispetto alla reale conoscenza della materia oggetto di esame.
Non male per una festa di un quasi prossimo ai trenta.

venerdì, novembre 19, 2004

E' ufficiale: Pinuccio impone un +45' alla tabella di marcia

Ieri dopo la canonica battaglia a sorci e guerrieri del caos, finita anche in tempi da record (tipo erano le 23.45 quando ci si è seduti intorno al tavolo per fare il computo dei punti, e, credetemi, questo è un orario record) la passeggiata con Pinuccio mi ha portato nuovamente a letto in orario 1,15... questo cane mi sta distruggendo.

Bella regà... seconda notte presso la zona notte in disuso della di mia sorella... la stanza regolare permane difatti nel look Beirut Est ai tempi dei mujaidin. Almeno però oggi si è dormito sei ore :-)

Addio mia password storica

Arriva l'era "digitale", in cui i monchi avranno problemi d'identità e per rubarti i soldi ti taglieranno un dito... quello buono.

L'articolo che presenta un'infarinatura di futuro

giovedì, novembre 18, 2004

Credo che mi riposerò un attimo... e così detto reclinò il capo

Lo sfinimento fisico sta raggiungendo livelli mai conosciuti.

Sono veramente stremato, la sera dormo dalle tre alle cinque ore, con una media attestata sulle 4,5. Il sonno oggi è particolarmente pesante da reggere... sono prossimo allo sfinimento fisico.

Sono quattro settimane che inanello orari disumani sulla tabella di marcia, con ore sempre più piccole la notte e levata alle ore 07:00 per andare in ufficio.

Il cambio di stagione è lì che implora di essere eseguito, le casse che traboccano di maglioni di lana mi guardano dal loro giaciglio sul pavimento, pregando che il mio interesse per loro porti ad un avanzamento sulla tabella di sostituzione capi vestiario, ma i loro occhi non mi muovono a commozione.

Scale, sedie, scarpe, resti di vecchi PC, libri a tonnellate, cappotti estivi e cappotti invernali giacciono esplosi da un secondo Big Bang per tutta la superfice elegibile della stanza, lasciando pochi, impervi percorsi di accesso ed uscita dalla e per la stanza.

Ieri sera, poi, tornato dal cinema (MITICO BEN STILLER... Pronti! DODGEBALL!) ho smanettato per un poco al PC e giunta l'ora di andare a Ninna (si era già oltre le tre :-( ) mi sono appropinquato al letto e BADABANGHETE, sono finito sul pavimento con tutta la rete, in quanto il supporto a sinistra del mio divano letto (chiamarlo letto è tecnicamente impreciso) ha ceduto, e la vite che reggeva la struttura si è spaccata.

Troppo tardi per pensare di fare un lavoretto di aggiustaggio... così, armato di piumino e cuscino mi sono diretto nella stanza limitrofa e lì sono crollato sul letto in disuso di mia sorella (lei si è trasferita da tempo).

Ma il danno era fatto. Alle 07.00 la seglia ha suonato implacabile... e così oggi ho installato server con la capa leggera e un sonno atavico... che neanche le cannonate... ma solo se potessi poggiare la testa da qualche parte, cosa che non è...
e stasera c'ho anche un'invasione di skavene e guerrieri del caos a casa :-(
Zzzz... Ronf ... Zzzz

domenica, novembre 14, 2004


Lo speciale tappo anti droga da usare all'interno delle discoteche. E' stato inventato dal padre di una ragazza drogata e violentata in una discoteca degli U.S.A.. Posted by Hello

Altra riflessione

Sempre in settimana scorsa, precisamente di mercoledì, ho notato come la frustrazione, la noia, la mancata realizzazione generano sentimenti come odio, intolleranza, violenza.

Difatti, è stato proprio in un momento di vuoto (ah delitto, proprio quattro giorni dopo la folgorazione sulla via del giardinetto, cado nel vuoto? Ah che difetto di volontà) ho postato la canzone di Manfredi, quella che prendeva per i fondelli i giovanotti di sinistra...

Orbene, l'intento era dileggiare ed indisporre i signori che hanno compiuto tale gesto, di incitarli e deriderli allo stesso tempo... ma il fine era immeritevole.

La provocazione che punta alla solo provocazione che senso ha? Se è fine a se stessa cosa costruisce? Non è forse il caso cercare di parlare con questi personaggi che si sono scomodati, che hanno lasciato i loro salotti bene, le loro piccole combriccole radical chic, e si sono dedicati a saccheggiare un centro commerciale feltrinelli, un mediastore, ove CD, libri, poster, giochi e quant'altro la fanno da padrone... di certo non simboli di una classe che essi intendono rappresentare... insomma, capire il perchè agiscono in questa maniera, e dialogare con loro per raggiungere un livello più elevato di comprensione, di crescita.

Ecco. L'intolleranza generata da quel dileggio mi è insopportabile. Meglio dialogare.
Sempre

Che spesso, alla fine, si scopre che l'obiettivo è comune... solo che i mezzi per perseguirlo differiscono.
Io preferisco impegno personale, coscienza civile, rispetto per le istituzioni e per la proprietà altrui, perchè non sono animato da una visione dell'uomo incapace di raggiungere i propri obiettivi.

Nihil difficile volenti. Come da commento ; ) e grazie

Una settimana fa...

stavo passeggiando con il cane, in attesa di andare in stazione a recuperare gli amici Antonio e Mariangela, accorsi a Roma per un torneo presso l'associazione Maremoto, quando repentina mi è giunta una folgorazione, una realizzazione di significato, la comprensione di una meditazione.

Ho finalmente compreso il valore di "Vivi all'ombra della morte". Non so come il pensiero abbia piegato in quella direzione, nè perchè la passeggiata col cane in un sabato mattina, teso fra pioggia e sole, abbia potuto portarmi alla realizzazione, ma ho compreso il profondo significato di quell'affermazione, e spero che tale folgorazione sulla via per il giardinetto, serva a migliorare la mia vita.

Il succo della realizzazione è che solo chi ha coscienza della propria caducità vive una vita piena, che sa valorizzare ogni secondo, perchè potrebbe essere l'ultimo.

Sembra un pensiero pessimista, volto al nichilismo, ed invece ha una forza dirompente e inarrestabile. Valorizza l'oggi, come base per il progetto di domani; rafforza il valore di ogni singolo istante, come propedeutico a quanto verrà, anche se ammanta il futuro di un velo di incertezza e di ansia che possono fermare le anime più deboli.

E sì, perchè vivere all'ombra della morte richiede una forza di volontà terribile, quasi sovrumana: avere coscienza che ogni respiro può essere l'ultimo e allo stesso tempo adoperarsi per raggiungere obiettivi, costruire un futuro, valorizzando le cose che ci accadono e portandole sull'altare della nostra vita.

Non esiste più il futile, non ha difatti ragion d'essere. Esiste solo il quotidiano impegno per raggiungere i propri obiettivi, nella coscienza che, forse, questo non basterà.

Non so se mi sono spiegato, in fondo la filosofia è una materia che ho lasciato dieci anni fa, terminato l'esame di Filisofia politica, ma il pensiero volevo condividerlo lo stesso, se non altro per offrire spunti di meditazione e raggiungimento di obiettivi anche a voi che siete lontani e che mi leggete assiduamente. Meditate su questo spunto, e non avrete più momenti bui, vuoti esistenziali e noia. In fondo, chi ci assicura che quel secondo buttato non sia il nostro ultimo secondo?

mercoledì, novembre 10, 2004

Era il '76 e Gianfranco Manfredi cantava così

Quarto Oggiaro Story
(musica tipo Barry White)
Ti ho incontrata a Quarto Oggiaro/ davanti al supermarket saccheggiato (oh yeah)/ Avevi in tasca una scatola di tonno dello Wyoming/ La tua coscienza politica era scarsa/ Io c’ho qua il bourbon, io c’ho qua il whiskey, io c’ho qua il caviale/ che a differenza del tonno non fa male/ Io questa sera mi bevo lo sciampàgn’ circondato da quattro compagn’.

(tarantella)
Mentre tu te mangi o’ tonno con quel fesso
di Totonno.

(Barry White)
Ti ho incontrata alla prima visione/ dopo l’appropriazione (oh yeah)/ Tu hai visto un Franchi ed Ingrassia/ mentre lì vicino facevano un film-inchiesta sulla Cia/ La tua coscienza politica è proprio scarsa/ Io ho visto il Bertolucci, ho visto la Cavani/ “San Francesco e i sette nani”, vestiti da nazisti/ Ho visto “Schepponsanfàn” dei fratelli Taviani, “C’eravamo tanto armati”/ e diciotto film di marziani: micidiale (in cineteca)/ Io questa sera mi vedo i filmini svedesi con due compagne cinesi.

(tarantella)
E tu te ved’a televisione co’ Totonno fetentone.

(Barry White)
Ti ho incontrata alla Feltrinelli/ Tu fregavi solo gialli, neanche belli (ristampe) Si vede che la tua coscienza politica, eh be’, ma è proprio scarsa/ Guarda me: io c’ho qua il Kerouac, io c’ho qua il Garcia Marquéz, io c’ho qua “Il teatro di Fo” (chissà che cosa me ne fo)/ Io questa sera mi leggo la Morante/ con una bimba tutta pimpante.

(tarantella)
E tu te legg’ Agatha Christie co’ Totonno poro Crist’.

(Barry White)
Ti ho incontrata davanti all’armeria, in attesa/ con la borsa della spesa (esagerata!)/ Io compravo i soldatini/ Tu un fucile coi piombini/ Si vede che la tua coscienza è in crescenza/ Io c’ho a casa la corazzata Potemkin (Politoys)/ C’ho la spada del nonno carabiniere/ C’ho le pistole di madreperla/ e il mattarello di madre pirla/ C’ho le guns di plastica di Gesse e Giames/ e il mitra in simil-legno, con il fodero in simil-pelle e i proiettili in simil-salve (oh yeah).

(tarantella)
E tu te mett’a fa’ cagnara co’ ’sto cazzo de lupara/ e Totonnino fetentone tiene ’na sberla de cannone/ e un tuo amico di Pot.Op. tiene quaranta molotòv/ e uno dell’Autonomia viaggia sempre con la zia/ Cosa c’entra la zia?/ Pesa cinquecento chili e può sempre servire, calata dall’alto/ Forse la tua coscienza è troppo in crescenza.

... che dire ... erano altri tempi? Certo allora non si sarebbe mai pensato che la Feltrinelli potesse essere presa di mira di un esproprio proletario... che ai compagnucci difettasse l'ultimo CD di Britney, o l'ultimo libro della Tamarro?
Neanche i "Contro" sono più quelli di una volta.

giovedì, novembre 04, 2004

E Alga si sposa 3

Riprendo la cronaca del matrimonio di Alga.

Dopo un viaggio a passo veloce nella Taranto dimenticata, fatta di muri dalla vernice scrostata e ricordi di tempi andati, raggiungiamo la piazza centrale della città vecchia, al cui lato nord / nord - ovest campeggia la chiesa di San Cataldo.

Davanti massa di gente in festa che lancia riso a gogò... cacchio, pensavo tardi, ma non così... poi mi accorgo che la folla di ospiti di Alga aleggia a lato, in attesa di poter entrare in chiesa... e comprendo che era il matrimonio precedente :-) Il ritardo che esso ha generato ammortizza il nostro, così passo alla serie di saluti.

Un vortice da cui si esce con difficoltà e che non mi ha permesso di fare HANDSHAKE corretti e di lunghezza a me gradita, quelli in cui si riesce a stare non dico tanto, ma almeno cinque minuti concentrati su un'unica persona. Ma the show must go on, ed il tempo è tiranno. In un meno che non si dica si è in chiesa, allineati e coperti, due linee di parenti dietro gli sposi, tre testimoni per lato e via. La messa comincia.

Siccome il celebrante conosce gli sposi, la predica è ben condita di riferimenti personali ed esortazioni agli sposi. Certo, le esortazioni allo sposo superano quelle alla sposa per 15 a 1. E la cosa è l'unica nota che stona nella mia testa in una cerimonia che per sobrietà ed elementi di commozione tocca punte elevate.

Ma l'emozione principale è vedere Alga all'altare con Barbara a fianco, a coronare il loro sogno di amanti e di vita.

La serie di firme, lo scambio degli anelli, la rituale frombolata del riso in testa agli sposi sono solo un corollario per una coppia in cui lo sposo è RAGGIANTE e la sposa =< a RAGGIANTE, ma di poco (nel senso che per la prima volta ho visto un matrimonio ove lo sposo era veramente felice quasi più della sposa).

Della cerimonia non dirò... troppo si è detto sui pranzi di matrimonio, così ricchi di portate e di manicaretti, per fare una trattazione assolutamente nuova.
Riferirò solo che il tutto (eccezionale) è stato condito da una voce fuori campo che pareva uscita dalla canzone di Toni Tammaro "Restituiscimi il mio amore" ... "Si'ori e Si'or siete pregati di dirigervi al centro del giardino per il rituale saluto agli sposi", "i parenti degli sposi sono pregati di uscire per fare la rituale foto ricordo con gli sposi" etc. etc. un vero spasso!
E cmq... che magnata uaglio'
W GLI SPOSI!!!

Prendo un taxi... stavolta sul serio

Ho avuto un'esperienza da dejavu ieri sera.

Sono difatti andato al cinema e mi sono parcheggiato dalle parti del Doria. Con Mery e la mia "amica di riflesso" (come lei ama definirmi) Paula, siamo andati a vedere COLLATERAL. E già... finalmente l'ho visto.

Un film che mi è piaciuto, fatto principalmente di dialoghi, con un Tom Cruise credibile nel ruolo del cattivo, con la solita, scontata fine buonista (mai una volta che un cattivo riesca nel suo intento) e con una Los Angeles notturna davvero godibile.
Unici nei la lentezza di alcune scene girate nel Taxi, ma che comunque nell'ottica del film acquistano valore come momenti di riflessione e di silenzio tra i due protagonisti, e l'impulso di uscire dalla sala per andare a cercare dove proiettano Hero... o questa era un'altra storia?