il che dovrebbe essere un motivo di giubilo... tre gg a casa per riallinearsi col mondo... ed invece lo vivo come se fossi un piccolo Ricucci, a cui hanno dato gli arresti domiciliari (ok, non ho neanche i soldi che Ricucci spende di parrucchiere in un mese, quindi il paragone non regge, ma per una volta passatemelo, che l'altro nome che mi passava per la testa era Provenzano... ue' che in effetti se uno ci pensa... chiuso in casa, senza poter uscire... e per comunicare col mondo inviava pezzetti di carta... io c'ho il telefono, ma recluso in casa sono... vabè, teniamocelo per noi e torniamo all'argomento).
Mi torna insistentemente in testa un'immagine, quella della signorina che, malata, prende una pastiglietta e torna operativa, tirando giu' un elenco lungo una quaresima di informazioni sugli appuntamenti che NON aveva saltato. Siccome la pilloletta io la prendo, ma cio' non cancella i tre gg di malattia che mi ha dato il medico, io l'elenco delle cose che PERDO ce l'ho, e siccome si arricchisce di minuto in minuto, comincia a pesicchiare.
Nello specifico:
1 - Palestra (proprio ora che si cominciava a colpire la molle panzetta)
2 - Cinemino a seguire con la Mary
3 - sistemazione di tutta una serie di cose in ufficio... guardate, può sembrare paranoico, ma volevo proprio chiudere alcuni capitoletti rimasi in sospeso.
4 - Partita a calcio Ingegneri - Commercialisti... rivincita. Ho perso anche la prima partita, di cui mi rimane negli occhi la lunga corsa solitaria di Mr. Simo, che, palla al piede, si fa tutto il campo per poi tiracciare sul portiere (non c'ero, ma l'aneddoto ha girato a lungo sulle mail descrittive della partita)
5 - Una probabile partita epocale a warhammer (ma essendoci la partita di calcio, credo che sarebbe passata ad majora)
6 - Di nuovo la palestra (domani sera)
7 - Uscita serale venerdì sera.
Dhe, da venerì ricostituenti e vitamine a 2000. Per st'anno ho finito, almeno nelle mie intenzioni, di stare a casa malato.
La mia solidarietà a chi ha problemi seri e a casa deve starci per davvero. Nel mio piccolo il sapore amaro del loro calice l'ho assaggiato. Una goccia infinitesima, ma è lì, sulla mia lingua, e mi fa capire il peso che provate.
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