martedì, gennaio 29, 2008

Punto addio...

 


Che sorprese che ti riserva la vita. Capita che esci per andare a cena da amici, capita che fai tre volte la strada in cui ti ricordi di aver lasciato la macchina. Capita che realizzi che essa non c'è più. E allora il cielo ti cade in testa.
MA CAXXUS!
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lunedì, gennaio 28, 2008

album-e.it; stampa foto album personalizzati

C'è sempre chi si chiede come sistemare le foto ora che tutto è digitale... come stampare quelle trecento foto fatte durante l'ultimo viaggio a Malibù e come fermare in maniera indelebile i ricordi di un periodo trascorso e che abbiamo consegnato alla nostra tragica memoria. Ecco la soluzione. Emerge dalla rete con prepotenza, segnalandosi per la sua portata e semplicità di realizzazione.

Album-e, ovvero la possibilità di eseguire a mezzo di un SEMPLICISSIMO programma la realizzazione editoriale di un album fotografico con tutti i crismi, capace di esprimere al meglio il RICORDO.
Provateci, è veramente facile, ed i prezzi sono tutto sommato concorrenziali, tenuto conto quello che costa stampare un album di fotografie e sistemarlo come da specifiche.

Il prodotto finito è pratico, pulito, stilish e moooolto accattivante.
Bravi i signori di album-e. Che la vostra trovata vi porti fortuna.

album-e.it; stampa foto album personalizzati

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giovedì, gennaio 24, 2008

Dalle nebbie della memoria


DSC00035, inserito originariamente da Lthandiusden.

Ecco, ci siamo, il mio account Flickr comincia a funzionare nuovamente. C'è un bel lavoro dietro da fare... ma dovrei riuscire a caricare tutte le foto che mi riguardano in breve tempo. Per chi volesse, i riferimenti sono cambiati, visto che l'account Lthandius era andato ramengo, ho creato il nuovo account Lthandiusden, come il blog di Blogger. Spero che vi piaccia.

martedì, gennaio 22, 2008

Spino... il cane transfugo

 


Ovvero... come essere stato preso al canile e sognare ancora la libertà.
Ogni buco è pertugio per il vecchio Spino, che si abbandona a coccole senza fine fintanto che ci sono le porte chiuse... ma che appena può... e trova uno spiraglio si dà... in fuga solitaria verso cosa???
Spino ravvediti! Le alternative non sono piacevoli...
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Post It Art 006

 


Continua la vena creativa da foglietto giallo
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Opera n°2

 


Mentre il naso cola e il raffreddore impazza, la salute da lontano mi tenta... Catch me...
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giovedì, gennaio 17, 2008

Noi che facciamo le gare in mezzo al traffico - da Abitare www.corriere.it

Capita di navigare in giro per la rete, capita di trovare un brano che ci incuriosisce, capita a volte, che il brano descriva proprio quello che ci capita di provare quando, sulla bicicletta vai ogni giorno a lavoro. Così capita anche che ti va di postare quanto hai trovato altrove sul tuo blog... si sa mai che anche gli altri abbiano desiderio di capirti mentre sfrecci per le vie della città.

Noi che facciamo le gare in mezzo al traffico
Tiziano Scarpa racconta le sue città invivibili

Le piste ciclabili dovrebbero essere abolite. Berlino è uno scandalo, è piena di piste ciclabili. D’altronde è anche piena di parchi. Per forza: una volta i berlinesi non potevano uscire facilmente dalla loro città, erano circondati dai comunisti, così le vacanze se le facevano nel parco.Una mattina d’estate mettevano la tenda da campeggio nel bagagliaio dell’automobile, partivano per le ferie, il viaggio durava dieci minuti.Arrivati nel parco, in pieno centro cittadino, scendevano dalla macchina, montavano la tenda, stavano lì in campeggio due settimane, in mezzo agli alberi, a dieci minuti da casa. Ridicolo.

Una città deve contenere soltanto il lavoro, non c’è posto per le ferie.I parchi danno l’illusione che le città siano a misura d’uomo. Sbagliato. Le città non devono far finta di essere a misura d’uomo. Se una città è una città, non è a misura d’uomo, mai.

Le città devono far sentire l’uomo inadatto, fuori formato.L’essere umano è un intralcio urbano. In città deve arrancare, sempre. Se uno è un vero cittadino, deve arrancare.

Le città devono essere piene di divertimenti, cinema, teatri, mostre, bar, locali, perché queste cose sono come cocaina urbanistica, sono sostanze per sopportare la vita cittadina.Milano su questo non finge, a parte Parco Sempione.




Milano è piena di cinema teatri gallerie locali discoteche, è piena di farmaci per sopportare Milano.Milano ha pochissime piste ciclabili.È una città onesta, dice la verità su come stanno le cose.Le piste ciclabili sono una presa per il culo. Se una città è una città, non devono esserci zone protette, strade sicure, percorsi tutelati, zone pedonalizzate.Non c’è spazio per la passeggiata, non è prevista la meditazione. Milano non ha marciapiedi sgombri, in nessun posto della città potrai fare una passeggiata più lunga di cento metri.

Le città emiliane hanno i portici, le strade fanno un passo indietro per lasciarti passare, a Bologna i piani-terra delle case retrocedono, rientrano in sé stessi per cedere il passo ai pedoni. Sbagliato, sbagliato!Quelle non sono città. I ciclisti pretendono strade tutte per loro, protestano contro il traffico, fanno quelle penose biciclettate ogni settimana, il giovedì sera, a centinaia, partono da Piazza Duomo, tutti intruppati, in gruppo, a passo lento, per bloccare il traffico, costringono le automobili ad andare alla loro velocità da passeggio

Massa critica, la chiamano.
Se un automobilista si spazientisce e suona il clacson, loro scendono dal sellino e picchiano sul tettuccio, sul parabrezza, gli fanno le boccacce.

Noi no. Noi ci gettiamo nella mischia. Noi facciamo le gare in mezzo al traffico. Siamo parte del traffico. Lo peggioriamo. Lo esaltiamo. Passiamo col rosso.
Ci lanciamo a tutta velocità dentro la baraonda, perché non c’è altro che la baraonda, a questo mondo, non c’è altro mondo al di fuori della città. Il resto è idillio, favola, finzione. Il resto è una bugia per bambini, per adulti spaventati.
Noi non facciamo finta che esista qualcosa oltre i margini del caos, il caos è tutto e i confini del mondo coincidono con i confini del caos. Noi non pretendiamo nessun privilegio, non ci raccontiamo la fiaba di una città vivibile, una pista ciclabile, un sentiero percorribile, un’aria respirabile, una vita contrattabile.

Noi siamo sempre in tensione. La nostra pedivella è fissa, agganciata alla catena, gira sempre, le nostre gambe mulinano senza fermarsi mai, perché non accettiamo il riposo, la stasi. Noi non ci lasciamo andare. Gli altri ciclisti smettono di pedalare e si lasciano scorrere sull’abbrivio, seduti sulle loro bici come su comodi sgabelli a ruote. Rimangono immobili, in sella alla bicicletta che continua ad andare avanti, sfruttando l’inerzia del moto.


Pensano ai fatti loro, si deliziano, si incantano. Si lasciano portare dalla bici come da un attrezzo porta-pensieri, un passeggino scorrazza-testa. Portano in giro pensieri di paesaggio, si guardano intorno, sorridono, fanno fare una passeggiata al paesaggio stesso, inscatolato dentro la loro visione, come dentro il cestello portabagagli. La loro testa fra le nuvole fende l’atmosfera. Ma non c’è atmosfera, da nessuna parte, qui in basso, a quota zero di altitudine. Ci sono i gas, le polveri sottili, l’ossido di carbonio, e una testa fra le polveri sottili ha tutt’altri pensieri di una testa fra le nuvole.

Noi facciamo le gare in bicicletta nel cuore della città, in mezzo alle automobili, nei passaggi pedonali, ma anche in viale Papiniano quando c’è il mercato, sotto la Galleria Vittorio Emanuele, sul pavimento tirato a lucido. Ci diamo appuntamento e via. Nessuna regola. Ci agganciamo agli autobus, acceleriamo approfittando di un’auto in corsa, ci prendiamo la precedenza agli incroci a nostro rischio e pericolo. Noi ci mettiamo a repentaglio. Noi non ci facciamo tutte quelle illusioni ecologiste.

La bici fa parte della città, non è meno città di tutto il resto, fa parte del caos.
In apparenza è un mezzo da sfigati, il più fragile e inerme. Perciò è più eroica di una moto o di un automobile. Noi sfidiamo le lamiere e i motori con i nostri muscoli e i nostri gracili telai, i muscoli intelaiati alle bici, le bici intelaiate ai muscoli gonfi di sangue ossidato. Noi siamo la competizione invisibile, onnipresente, noi siamo la città in gara, lanciamo la sfida senza vestirci da corridori, senza indossare la maglietta di nessuna squadra, senza appiccicarsi addosso nessun numero.

La gara è in corso e nessuno lo sa, nessuno la vede, perché tutto intorno a noi è gara, la guerra è stata dichiarata in silenzio, tutti contro tutti, i gladiatori fanno finta di niente, guerrieri in giacca e cravatta escono da una banca per mandare in rovina una ditta, cartelli pubblicitari cannoneggiano iperboli, ragazze si contendono gli sguardi svettando sui tacchi, si fanno lo sgambetto, si falciano, le vetrine si accecano a vicenda da una parte all’altra della strada, tutto intorno a noi è battaglia, tutto è agone e agonia, tutto intorno a noi è città.

TIZIANO SCARPA

(Italia, 1963). È un commediografo, poeta e scrittore che vive a Milano.
Ha pubblicato i romanzi “Occhi sulla graticola” (1996), “Kamikaze d’occidente” (2003), le raccolte di racconti “Amore(r)” (1998), “Cosa voglio da te” (2003) e “Amami”, (2007), dove sessanta microstorie accompagnano sessanta immagini di Massimo Giacon. Il suo sfaccettato talento l’ha portato a sperimentare forme diverse come nella raccolta di aforismi intitolata “Corpo” (2004) o nei pezzi per il teatro riuniti in “Comuni mortali” (2007). (Italy, 1963).
Noi che facciamo le gare in mezzo al traffico - Abitare

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mercoledì, gennaio 16, 2008

Facciamo il punto...

E' doveroso raccogliere le forze e capire dove si sta andando, quali sono le energie che muovono questo paese... per sapere dove puntiamo e come ci andremo.
Bene, se facciamo la conta, risulta facile capire come... per dirla alla Celentano, la situazione non è buona... e non certo perchè viene criticato il governo Prodi, che al molleggiato nazionale sta tanto simpatico... ma per una serie di motivi che vado ad elencare qui sotto.

1) Mancata visita del Papa alla Sapienza. L'intolleranza mostrata dagli ambienti della sinistra "intellettuale e militante" che imperversa nelle aule dell'ateneo romano imbarazza se stessa. Sono solo troppo orgogliosi del loro operato per capire che sono solo dei gaglioffi, mentecatti e ciarlatani. Sono gli stessi che insegnano alla nostra nazione come affrontare il futuro. Da ex allievo ho i brividi. Non parliamo poi da italiano e da cattolico. Ma tant'è

2) L'eterna saga Mastella. Praticamente il ministro della Giustizia non fa a tempo ad affossare un'inchiesta che lo riguarda che se ne apre subito un'altra. Dove sono i signori che protestavano quando si asseriva che Berlusconi faceva i suoi porci comodi... ah, capito, al corso "Due pesi, due misure". Di certo in Italia non c'è sicuramente la pena... anzi...

3) L'economia si è fermata. Si, è vero, il petrolio sale. Perfetto... ma la crisi non è data dal solo petrolio. Difatti l'unico settore in positivo in questo periodo è quello fiscale... ci sarà un motivo...

4) Rifiuti in Campania, ovvero requiem della coscienza civile. Gomorra lo aveva annunciato, la realtà ha però superato l'immaginazione. La Campania è ormai una terra avvelenata. si, lo so, ci sta chi non ci crede... eppure gli animali di Diossina muoiono e come se muoiono...

Ci sarebbe anche altro... ma il fegato ha raggiunto la soglia di guardia. Adesso è tempo di pensare al mio orto. Prima ciò che so di poter fare. Appena l'orto sarà sistemato, si passerà a valutare come aiutare la Nation. Sotto con il Progetto Evoluzione dunque...

E andiamo... per la serie un popolo di marinai...



Grazie mr. Walt per il suo esempio di coerenza. [no more words needed]

RADIO DUE

Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2, in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, lancia per il 15 febbraio 2008 "M'illumino di meno", una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.Dopo il successo delle passate edizioni, Cirri e Solibello, i conduttori di Caterpillar, chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica come un altro utilizzo dell'energia sia possibile.Nelle precedenti edizioni "M'illumino di meno" ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Lo scorso anno il "silenzio energetico" coinvolse simbolicamente le piazze principali di tutt'Italia: a Roma si spensero il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala, a Pisa Piazza dei Miracoli, a Siena Piazza del Campo, a Catania Piazza del Duomo, ad Agrigento la Valle dei Templi, e centinaia di altre piazze in centinaia di altri comuni grandi e piccoli.La campagna di "M'illumino di meno 2008" inizierà il 15 gennaio e si protrarrà per un mese fino al 15 febbraio (vigilia dell'anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto), dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all'estero, per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.Sul sito internet del programma www.caterueb.rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte dagli altri aderenti. Anche quest'anno la campagna "M'illumino di meno" è patrocinata dal Ministero dell'Ambiente.La redazione di Caterpillar
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venerdì, gennaio 11, 2008

Roma Capitale dell'Acqua

Se prima ho parlato di poesia e di sentimenti, ora affronto il tema dell' emergenza acqua. E lo faccio segnalandovi questa puntata di 10' di... dedicata a Roma Capitale dell'Acqua, ovvero l'associazione nata in Lazio per la difesa dell'acqua e la diffusione della cultura dell'acqua, con occhio di riguardo alle problematiche del terzo mondo sull'argomento, ma senza trascurare il discorso interno.
Un problema globale su cui è bene prendere coscienza e prenderla subito, prima che sia troppo tardi.

Per chi ha voglia, ecco il link alla puntata

Conversazioni in silenzio

Ci sono momenti in cui avere un blog si trasforma in qualcosa di utile. Mi piace credere che questo sia uno di quelli. Qui sotto trovate l'opera di una giovane poetessa, Paola Lionetti, che ha messo in questa prima raccolta di versi la sua immagine del mondo. Il coraggio dell'incoscienza? No! La forza della pulsione artistica, la sensibilità, la possibilità e la voglia di trasmettere sentimenti ed emozioni in versi. Ecco... i poeti sono i veri cultori della nostra natura di uomini, che le loro penne non siano mai secche, e possano trovare sempre nuovi versi... vuol dire che gli uomini non saranno morti.

La biografia della poetessa è così descritta...
Paola Lionetti è nata a Roma il 5 dicembre del 1965. Laureatasi in Scienze Geologiche all’Università degli Studi “La Sapienza”, dal 2003 lavora presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Ha scritto diversi articoli e partecipato alla stesura di cd-rom e testi di divulgazione scientifica. Conversazioni in silenzio è la sua prima silloge poetica.

Un esempio di poesia tratto dal libro e dedicato a... indovinate un po?

Il clown che è in te
Sulle labbra hai un sorriso
che ispira serenità,
dentro c’è un miscuglio
di solare semplicità
e pensieri ingarbugliati.

Le imprese impossibili ti riescono facili
e quelle semplici diventano difficili.
È il tuo mondo, che funziona al rovescio
– la tua faccia grondante di lacrime –
ma tu non ti perdi mai d’animo.

Alzo gli occhi
– come per guardare il tuo naso rosso –
con tutti i tuoi piani per l’avvenire,
che ti si rovesciano addosso.

Sono costretta a sorridere.
E anche tu.
Nel futuro si schiude uno spiraglio.


Qui sotto il testo tratto dalla prefazione:
Conversazioni in silenzio è una raccolta poetica in cui l’autrice, Paola Lionetti, compie un percorso tortuoso, a tratti doloroso, ma altresì desiderato, voluto, consapevole: un viaggio che la conduce nei meandri della coscienza di un Io lirico fragile, eppure pronto, deciso a sostener il peso della propria sensibilità.
All’inizio si ha l’impressione di seguire i passi incerti di una scrittura che teme di schiudersi, di volgere lo sguardo
oltre il foglio bianco ma che gradualmente diviene sempre più solida, sempre più affidabile, e se l’incipit è un mezzo
per scrostare via lo schermo che l’Io lirico ha posto fra sé e il mondo, in seguito la poesia di Paola Lionetti diviene “il mondo”. I luoghi, le persone, i sogni che si leggono in questa raccolta sbocciano difatti all’improvviso accorciando le distanze tra il paesaggio interiore dell’Io lirico, il suo sguardo, e il resto, il paesaggio vivo e pulsante che lo circonda. A tratti questa silloge suggerisce un motivo diaristico e dialogante, l’interlocutore di questi versi tuttavia è sempre sfocato, assente, impreciso e ciò rende il dialogo dell’io lirico un dire silenzioso, una continua ricerca di equilibrio nell’instabile tentativo di comunicare.

Per acquistare il libro on-line andate qui
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giovedì, gennaio 10, 2008

Ok, integrato il blog con Flickr...

Adesso tocca capire come fare a riattivare l'account del sottoscritto e mandarlo PRO, ma son sicuro che i signori di Yahoo saranno ben disposti nei confronti del sottoscritto... in fondo passo al pro ;-)

New York City - Emigrate



Una canzone che mi piace assai, e che quindi vi riporto ;-)
Segue il testo:

I am lost in the world of lies
Mesmerize my nice
This guy's graves and building sights
So I'm feelin' so alive
Whatever is clever
Whatever is clever will have to wait

Thinking on the world as large
This city's got it all
Culture clash and sidewalk trash
Don't look you might fall

And now we just feel like energy
New York city will never flee
And now we just feel like synergy
New York city is the place to be!

I'm gonna win, I'm gonna lose
I'm gonna chase till the end
And if you're walkin' in my shoes
You gonna make it all pretend

Whatever's clever
Whatever's clever will have to wait

And now we just feel like energy
New York city will never flee
And now we just feel like synergy
New York city is the place to be!

mercoledì, gennaio 09, 2008

Oh come on!!!

I need to pass that light... I need to pass that light... come on bike, rush!!!
I need to pass that light... come on... come on... OH COME ON!!!

[brakes]

Four Eyed Monster... il film



Cosa ti fa avere You Tube a disposizione... anche produrre un film... 71m di proiezione... tutto in inglese, ma io lo posto solo per un motivo... è girato a NY!!!
Evviva! buona visione

martedì, gennaio 08, 2008

MondoPOP International Gallery & Shop - Rome, Italy

MondoPOP International Gallery & Shop - Rome, Italy

Uno dei negozi dove sta dilagando l'arte Pop in formato Plastic Toy.- Un must per chiunque voglia sentirsi Up to time... come direbbe Tognazzi...

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sabato, gennaio 05, 2008

Viaggio di ritorno da Orte

 


Il peso del suo muso sul mio braccio si fa a volte insostenibile, ma pare che non conosca altra posizione, se non questa. Eppure sembra che si fidi, che trovi nuova forza e che nel contempo si tranquillizzi. Sono i ricordi di un passato sbiadito o nuove emozioni antiche che si rinnovano?
Intanto Spino è con noi, nella buona e nella cattiva. Più spesso in fuga per la vittoria.
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Opera n°1

 


Essenza di un momento di estasi, contorni sbiaditi, emozioni, poi di nuovo buio. Nell'aria una parola. Frau
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Cena di inizio anno

Diletto, di gioia non negletto
immerso nel parlare
mi perdo e non so ascoltare
amici, nuovi fiammanti
di sapore antico vestiti
commensali con me a questo lieto desco
ospiti e ospitati
di risata ristorati
armonia soave di sera fredda
companatico per anime e sollievo per il cuor
un altro piatto allora
un altro piatto ancor

Song to Say Goodbye



Artist(Band):Placebo

You are one of God's mistakes.
You crying, tragic waste of skin.
I'm well aware of how it aches,
And you still won't let me in.
Now I'm breaking down your door,
To try and save your swollen face.
No, I don't like you anymore
You lying, trying waste of space.

My oh my.
A song to say goodbye,
A song to say goodbye,
A song to say...
Before our innocence was lost
You were always one of those
Blessed with lucky 7s,
And a voice that made me cry.
My oh my...

You are mother nature's son.
Someone to whom my could relate.
Your needle and your damage done,
Remains a sorbid twist of fate.
Now I'm trying to wake you up,
To pull you from the liquid sky.
Cause if I don't we'll both end up
With just your song to say goodbye.

My oh my.
A song to say goodbye,
A song to say goodbye,
A song to say...
Before our innocence was lost
You were always one of those
Blessed with lucky 7s,
And a voice that made me cry.

It's a song to say goodbye.
It's a song to say goodbye.
It's a song to say goodbye.
It's a song to say goodbye.
It's a song to say goodbye !!!
It's a song to say goodbye.
It's a song to say goodbye !!!
It's a song to say goodbye.

mercoledì, gennaio 02, 2008

Buon 2008

Il nuovo anno comincia, e sul comodino si assommano i libri da leggere, in rigoroso ordine temporale di acquisto. Viene da chiedersi quando finirò. Come tutte le cose della vita, il "I wish" si scontra con l'"I could" e non sempre la vittoria e del wish.
Ma come proposito quest'anno, oltre a essere un pò più presente a me stesso, per evitare di fare gaffe e mancanza di attenzione nei confronti degli altri, vorrei vivere più intensamente. Come si traduce questo? Mah, in primo luogo cercando di portare in questo blog, oltre alle mere riflessioni del "mi è accaduto questo" o "vi racconto quest'altro" o infine "ho trovato sulla rete", anche i pensieri più profondi, quelli che mi colgono quando guardo un cielo terso, o osservo una scena di vita quotidiana, e poi vorrei tornare a disegnare... magari anche acquarellare... e no, non come Carlo, che disegna bucolico, ma cercare una forma di espressione che sia mia per descrivere anche con disegni degli stati d'animo.
Vediamo cosa riuscirò a fare. Senza contare ovviamente i propositi sul piano professionale... ma quelli ho imparato a tenermeli per me, che se no dicono che dico dico e poi mi perdo in sempre nuovi progetti.
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