domenica, giugno 29, 2008

sabato, giugno 28, 2008

Praga - secondo giorno

Sole che entra dalla finestra, piacevole freddino che ci fa scordare l'afa romana. Abluzioni mattutine, sistemazione per la giornata, cambio pile macchina fotografica, recupero della pila di riserva, selezione delle guide da portare (tutte pesano troppo) e poi si esce. Via Nerudova è presa d'infilata da un sole nascente piacevole, la cui luce carezza gli edifici, creando giochi di luce e colore suggestivi. Camminiamo nel sole verso Malostrànske Namesti, ove il giorno prima abbiamo visto un locale che di porta altre suggestioni, ricordi di un viaggio perso nel tempo, e che portiamo nel cuore come una pepita dorata di rara bellezza. Destinazione Starbucks per una colazione stile USA. E lo so, ma che ci volete fare... almeno non era Mc Donald...
La colazione scorre veloce. Devo dire che non è che sia stata particolarmente "evocativa", mancava di qualcosa... difficile dire cosa (forse NY????) e i nostri vicini di tavolo erano dei simpatici cechi dotati di un buon tasso di alchool nel sangue. Tenuto conto che sono le nove di mattina, la giornata per loro depone bene.
L'itinerario della giornata prevede un giro per Mala Strana, il quartiere Piccolo, con le sue suggestive vedute, le case basse, i caratteristici tetti a spiovente. Certo, rispetto alle tavole di Dampyr l'atmosfera radiosa di una giornata di giugno ha poco a che vedere, ma ce la facciamo andare bene comunque. Gira che ti rigira arriviamo nei pressi di Na Kampe, sull'isola di Kampa, ove veniamo catturati da un giro in battello, per la verità un po' deludente (e caro), che di buono ha solo che ci fa stare una quarantina di minuti seduti. Tenuto conto che tolto il pranzo sarà l'unico riposo che avremo...
Pochi momenti dopo siamo diretti alla meta originale della nostra gita a Kampa, il Kampa Park, ove sorge anche il museo di arte contemporanea cecoslovacca, che ospita anche delle esposizioni temporanea di tutto pregio.

Così capita che vediamo enormi statue di cani rossi, conigli e coccodrilli di plastica che svettano nei cortili o si muovono lungo le pareti del museo.
Molto suggestivo e incuriosisce la Family Fed, ma non si ottiene il nulla osta per il museo. Il piano deve andare avanti e dobbiamo andare a vedere Stare Mestro, la città Vecchia, con il suo orologio astronomico, le sue chiese, le sue strade caratteristiche, la Casa Civica, tutta in Art Noveau, i potenti negozi di Ambra... che alla fine me li seccheranno per bene. Le chiese sono tutte a pagamento, meno la chiesa di Madonna del Tyn, peraltro fagocitata da una serie di case intorno. Ma andiamo per ordine.
Dopo aver girato fino allo sfinimento per la città vecchia, con sosta in ogni negozio che il buon sindaco di Praga ha dotato di licenza commerciale, la fame comincia a farsi sentire e noi seguiamo il vecchio Giovanni che diPraga qualcosa sa, essendo venutoci in passato, durante i suoi ridenti anni del liceo.
Scopriamo così una delle più antiche birrerie di Praga, nota per la sua carne e per la sua birra. Potevamo farcela scappare? Inoltre è di strada per il quartiere ebraico, con i suoi cimiteri, le sue sinagoghe e le leggende del Golem. Quindi la sosta è d'obbligo. La fama del posto è meritatissima, tanto che ora cerco il bigliettino e ve la consiglio.

to be continued

venerdì, giugno 27, 2008

Praga primo giorno

Alba di venerdì mattina, fuori il sole non è ancora sorto, e noi siamo già in piedi, pronti con le valigie per il trasferimento a Fiumicino. Solo che non riusciamo a concretizzare il nostro vantaggio, ed alla fine ci aspettano tutti, dall'autista NCC ai nostri amici Giovanni e Federica. Non c'è male come partenza.

Il trasbordo da Roma a Fiumincino è veloce, forse unico modo per un autista che ha viaggiato tutta la notte di tenersi sveglio, ma tanto le multe se le paga lui, quindi a parte la preoccupazione di restarci, il problema resta suo. Fatto sta che arriviamo presto in aeroporto. Abbiamo modo di fare un comodo check in, tanto abbiamo solo bagaglio a mano, di avviarci alla scansione corporale (per accedere ai gates dell'aeroporto) e di osservare per quasi un'ora i restanti passeggeri. Ce n'è per sbroccare, tenuto conto l'ora a cui ci siamo alzati.

Alle ore 07.30, in perfetto orario, il gate si apre, entriamo e siamo subito separati dal lotto posti. Mery ed io da una parte, Giova e Fede nella fila affianco, leggermente disassati. No chance to talk tra le due file, una delle coppie ne otterebbe il torcicollo. Per fortuna supplisce il nostro vicino, un signore che comincia a raccontarmi della Cechia, di Praga dell'economia, dell'euro, del rapporto con le altre nazioni, della bellezza della città, ma si capiva dall'inizio che il suo argomento preferito, anche se tabù, erano i cabaret e le donne praghesi. Caro vicino il tuo segreto, come vedi è salvo.
Mery non si fida tanto dell'aereo, più piccolo di quelli su cui ha volato con me finora, anche se credo che con quello diretto a Barcellona, il Roma-Praga se la tirasse. Quindi viaggio di andata un po' teso. Meno male che ci hanno foraggiato del cibo "decente" e da bere. La distrazione è servita, anche ad allontanare le tensioni relative all'atterraggio, per la verità un po' brusco.

L'aeroporto di Praga è pulito, piccolo, con i cartelli in Cecoslovacco e quindi non ci capisco una ..., ma per fortuna il turismo si fa forte e quindi sono tutti accompagnati da didascalie in inglese, cosa che rende più facile orientarsi. Prenotiamo il furgoncino navetta dall'aeroporto a Praga, prenotando al contempo il ritorno, e poi eseguiamo il primo prelievo della giornata.
Si fa interessante la questione, perchè mentre il resto della comitiva trova spazio nei tre sedili posteriori, io mi siedo affianco a un signore di mezza età, che con le chiacchere amabili scopro essere un professore dell'Università dell'Iowa, di religione ebraica, in viaggio in Europa per congressi e ricerche sul destino della sua famiglia, originaria di Cracovia... ed ovviamente stiamo parlando di Seconda Guerra Mondiale. Spero di aver fatto capire al mio amico che ero con lui.
Adesso vorrei cercarlo via Internet e sapere come sono andate le sue ricerche.

Alle ore 10.30 siamo a Castel Steps, il nostro albergo, sito su via Nerudova, proprio, guarda a volte il caso, davanti all'Ambasciata Italiana.
Decidiamo di rinfrescarci, sistemare le nostre carabattole e poi di cominciare l'esplorazione della città. Prima tappa il Castello e la zona di Hardaceny.
Capiamo subito che a Praga hanno capito che il turismo è una risorsa, e fanno pagare qualunque attrazione che possiedono, dal giardino alla chiesa. Non ti viene risparmiato nulla.
Fortuna vuole che ci godiamo appena arrivati l'unico spettacolo gratuito di questa parte della città: il cambio della guardia di mezzogiorno, con drappello che viene da fuori al palazzo, banda musicale che suona dal soggiorno che dà sul cortile (noto come primo cortile) e folla variopinta che assiste in estasi.
Lo spettacolo non mi distrae dal notare quanto poco marziali sembrino i soldati cechi... il Capitano Musillo li avrebbe aperti come cozze ai miei tempi...
La fame comincia a farsi sentire, e non accetta mezze misure. Leggiamo sulla guida di un posto noto come ... (che significa inferno in ceco), posto vicino al convento di ..., nella zona di Har... .
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Il posto è all'altezza della sua fama, il gulash è buono, la birra corposa, l'ambiente intimo (forse anche troppo) e l'atmosfera rilassante. I prezzi poi onesti. O forse l'oretta passata in pace dopo il tran tran del viaggio ha reso il tutto più "lucente" ai miei occhi, non so, ma di certo la sosta è stata benvenuta.
Per il pomeriggio il programma prevede una bella gita per il castello di Praga, con il suo biglietto da 8 locazioni (all inclusive) che ci consentirà di girare tutte le aree interessanti di questo vasto complesso architettonico ricco di storia. Colpisce vedere la stanza della Defenestrazione (la seconda per la verità a Praga, si vede che l'avevano per vizio) che ha dato avvio alla Guerra dei Trent'anni.
Bella la pinacoteca del Convento di San Giorgio e la chiesa di San Vito, meno la via Dorata, mero ritrovo per turisti con negozi che vendono artigianato locale e di cui si paga anche l'accesso... se dal castello. Cmq l'aria è di megatrappolone per turisti, quindi suona un po' falsa.
Certo, dopo aver spaziato in lungo e in largo per il castello, consumando così buona parte della sessione pomeridiana, le gambe cominciano a risentirne, ma decidiamo comunque che è presto per andare a mangiare e quindi si fa una scorrazzata su Ponte Carlo ed una prima puntata nella città vecchia, in caccia di negozi che abbiano materiale papabile per acquisti. Un'attività che io riserverei volentieri alle ultime due ore dell'ultimo giorno e che invece diventerà life motive della vacanza.
Ma il costante vociare, la folla che riempie le vie principali della città vecchia, il sole che tramonta e la volontà di festeggiare Marina (in fondo è il suo compleanno), fanno si che si ritorni verso Mala Strana e la zona di Kampa, dove abbiamo individuato un posto carino, ove di solito mangiano le star in visita a Praga) per cenare in una cornice degna del festeggiamento.
Avrei forse dovuto offrire la cena. Ma ci ho pensato solo ora che sto scrivendo (e siamo al 30 luglio) quindi direi un po' tardi. La cena viene allietata/funestata dalla notizia della chiamata di Mery. Pare che sia arrivato il suo turno nella PA: gioia e tristezza si uniscono in un tutt'uno in questa afosa serata. I brindisi che seguono, la buona cena e la serata in allegria fanno il resto. Non resta che da capire perchè ci hanno relegato alla sala più interna del ristorante... forse a causa del nostro look turistico?
Al ritorno verso l'albergo passiamo davanti ad un supermarket. La decisione di prendere l'acqua fu galeotta e in men che non si dica, lasciato solo nella via dal resto della comitiva, vengo abbordato da giovane praghese piacente. Un punto per me? Non saprei. Di certo la scarrocciata non è passata inosservata : ))).
La notte si chiude su di noi e mentre allo Zanzibar la musica e la birra la fanno da padrona, le nostre 18 ore in piedi si fanno sentire con prepotenza. Del locale non vediamo neanche le imposte, ci dirigiamo rapidamente verso le nostre cuccie. Domani ci aspetta un'altra giornata campale e non possiamo non riprendere qualche forza per affrontarla.
Buona notte Praga. I tuoi tetti verdi ci riempiono gli occhi di colore quando andiamo a dormire.

domenica, giugno 22, 2008

The hot sun is here

Il sole, come d'incanto è arrivato e dai 10 gradi di venerdì si è passati ai 30 di ieri e probabilmente di oggi.
Il mondo è un fermento calmo fuori da Laberio, persone che si muovono in maniche corte, gonne o calzoncini e scarpe aperte, nessun gesto inutile, solo gli essenziali, per ridure la sudorazione, sotto un sole impietoso. Fa caldo anche solo a pensare AFA. Io intanto affronto il routing dei pacchetti in ambiente Windows, le procedure di chiamata e i protocolli interessati... non certo argomenti da giornata estiva, ma la necessità si è fatta virtù. Speriamo piuttosto che diventi anche costanza... che conoscendomi non è che sia proprio così scontato.
Antò fà caldo...

venerdì, giugno 20, 2008

Office Life n° 28

Ed anche oggi la giornata di lavoro è passata. Anche oggi, come ieri, con la solita sequenza di utenti che si lamentano che non funziona questo o non funziona quello, solo che lo fanno con tempistiche assolutamente personali, e per esempio, una macchina che era rientrata dall'assistenza esterna, solo oggi, due settimane, dico due settimane dopo il rientro, mi viene segnalata fuori rete, senza Office, Adobe Reader e altri programmi... e ora che gli dico al giovine che mi ha riportato la macchina assicurandomi che non aveva fatto altro che ripulirla dai virus? Niente, non dopo due settimane almeno... così tocca ancora una volta al sottoscritto mettersi a sistemare le cose... e con la grinta che ho addosso in questi giorni... l'è tutto un programma. In compenso ho capito come funzionano gli indirizzi IP, la loro classificazione e la gestione delle reti a mezzo di subnetting. Ce ne hai messo direte... eh... vi posso rispondere che la sensazione è la stessa che passa tra esperienza e conoscenza... io ora so, prima mi muovevo per esperienza pratica, e la differenza è evidente.

Cmq vediamo che cosa ci porta la settimana prossima... a cominciare dall'annosa questione Videochat di lunedì... che ancora aspetta di essere schedulizzata come si conviene ad un appuntamento del genere.

Infine sembra che un contatto esterno possa portare ad un incontro congiunto tra il sottoscritto e il responsabile IT di FI... cosa che non sarebbe niente male... no dico, davvero niente male...

Il giorno dello Squerez

Ovvero di come il virus che gira per Roma di influenza intestinale sia arrivato alla meta aiutato da 160gr di formaggio allo yogurt scaduto... e di come la sua prepotente indisponenza mi abbia messo fuori gioco proprio mentre si decidevano i destini del trip estivo.

Come dire... cominciamo bene... io per precauzione mi smerdo un po'...

sabato, giugno 14, 2008

Tropa de Elite

In Brasile i poliziotti o fanno finta di niente, o fanno parte del Sistema, foraggiandolo e nutrendosi da esso, o gli fanno la guerra...

Un film spietato, che non lascia un attimo di tregua dall'inizio alla fine e che mette a nudo le contraddizioni della società brasiliana (ma che potrebbe essere tranquillamente applicato anche in altri paesi, Italia inclusa) ove la società bene vuole essere protetta, vuole sentirsi la coscienza apposto, facendo opere di bene, e si strafa di roba.
Per poter operare nelle zone limite si accorda con la mala, gli spacciatori, e a loro volta alimentano il sistema comprando droga e strafacendosi di ogni forma di vizio.
I poliziotti, che devono affrontare con scarso addestramento e mezzi i potentati della droga, all'interno delle loro zone di controllo, sanno che avrebbero vita breve, quindi scelgono o di non vedere, per allungarsi la vita, o si alleano al sistema, allargando il cerchio della corruzione, o se vogliono fare il loro dovere fino in fondo devono scegliere la strada più difficile, quella della guerra.
E non sono parole retoriche. Nelle operazioni del BOPA non c'è spazio per il rimorso o per l'estazione. Si entra nelle Favelas per uccidere e non per rimanere uccisi, per ottenere risultati, e non per fermarsi di fronte ai diritti civili di persone che hanno scelto di stare dalla parte dell'illegalità (anche se a volte la scelta è necessaria, e dunque sa poco di scelta vera e propria).
Gli agenti che operano nel BOPE sono sulla linea di confine, in una vita sempre al limite, che non conosce stop, che non ha vacanze, neanche la vita privata ne è risparmiata.
Uomini al limite, che per evitare di venire a patti con il loro senso dell'onore e del dovere non hanno altra via che quella di farsi acciaio.
Un film da vedere, per spostare l'occhio oltre la stereotipata immagine di un Brasile che rimane legata a pallone, spiagge e costumi mozzafiato su corpi perfetti.
Certo, l'immagine che esce dal film è macchiata di una velata retorica di fondo, ma il film non ne risente. 

Signori in carrozza

Fischia il vapore della locomotiva Vincio, finalmente di nuovo a pressione.
Dopo una fase di stanca, di cui avevo accennato nel precedente post, ho ricominciato a guardare con sguardo attento a quello che ho intorno. Ripreso il libro di studio, comincio a posizionare gli obiettivi del breve e lungo periodo.
Ci sono tante cose da fare, prima di settembre, quando l'origine del mio casino interiore dovrebbe trovare una soluzione. Mr. President, ci pensi lei.
E così torna anche la voglia di lavorare, di esplorare, di raccontarmi e di raccontarvi. Insomma, l'implosione è terminata. Come nell'esplosione atomica prima vi è una compressione, a cui segue l'esplosione vera e propria, così dopo questo periodo di "assenza" da me, ora torno come e più di prima attivo.
July is going to be full of exams.
All Hands to Arms! Nuove battaglie attendono il vecchio Vincio, non vorremo farci cogliere di sorpresa no?
A kiss to Mery, che ha sopportato stoicamente il mio periodo down in attention e che mi ha costantemente spronato al meglio vs il superficiale. LOVE!
Ce ne sarà anche per te babe!

giovedì, giugno 12, 2008

Un momento un po' così

In questo periodo di tempo pazzo, anche il potente flusso "web 2.0" vive una fase di stanca, targata in verità WOW (Cfr. Feast of Heroes per dettagli).

Ma per rassicurare i più che il vostro blogger è ancora vivo e vegeto, seppur distratto, posto qui una noticina, caso mai pensaste che alla fine la tranvata al palo mi sia stata fatale.

NOTA DEL REDATTORE: che sia un periodo "noia" è desumibile anche dal fatto che ieri sera ho perso una clamorosa festa al Due Ponti, con tutto il Jet Set del partito.