venerdì, giugno 27, 2008

Praga primo giorno

Alba di venerdì mattina, fuori il sole non è ancora sorto, e noi siamo già in piedi, pronti con le valigie per il trasferimento a Fiumicino. Solo che non riusciamo a concretizzare il nostro vantaggio, ed alla fine ci aspettano tutti, dall'autista NCC ai nostri amici Giovanni e Federica. Non c'è male come partenza.

Il trasbordo da Roma a Fiumincino è veloce, forse unico modo per un autista che ha viaggiato tutta la notte di tenersi sveglio, ma tanto le multe se le paga lui, quindi a parte la preoccupazione di restarci, il problema resta suo. Fatto sta che arriviamo presto in aeroporto. Abbiamo modo di fare un comodo check in, tanto abbiamo solo bagaglio a mano, di avviarci alla scansione corporale (per accedere ai gates dell'aeroporto) e di osservare per quasi un'ora i restanti passeggeri. Ce n'è per sbroccare, tenuto conto l'ora a cui ci siamo alzati.

Alle ore 07.30, in perfetto orario, il gate si apre, entriamo e siamo subito separati dal lotto posti. Mery ed io da una parte, Giova e Fede nella fila affianco, leggermente disassati. No chance to talk tra le due file, una delle coppie ne otterebbe il torcicollo. Per fortuna supplisce il nostro vicino, un signore che comincia a raccontarmi della Cechia, di Praga dell'economia, dell'euro, del rapporto con le altre nazioni, della bellezza della città, ma si capiva dall'inizio che il suo argomento preferito, anche se tabù, erano i cabaret e le donne praghesi. Caro vicino il tuo segreto, come vedi è salvo.
Mery non si fida tanto dell'aereo, più piccolo di quelli su cui ha volato con me finora, anche se credo che con quello diretto a Barcellona, il Roma-Praga se la tirasse. Quindi viaggio di andata un po' teso. Meno male che ci hanno foraggiato del cibo "decente" e da bere. La distrazione è servita, anche ad allontanare le tensioni relative all'atterraggio, per la verità un po' brusco.

L'aeroporto di Praga è pulito, piccolo, con i cartelli in Cecoslovacco e quindi non ci capisco una ..., ma per fortuna il turismo si fa forte e quindi sono tutti accompagnati da didascalie in inglese, cosa che rende più facile orientarsi. Prenotiamo il furgoncino navetta dall'aeroporto a Praga, prenotando al contempo il ritorno, e poi eseguiamo il primo prelievo della giornata.
Si fa interessante la questione, perchè mentre il resto della comitiva trova spazio nei tre sedili posteriori, io mi siedo affianco a un signore di mezza età, che con le chiacchere amabili scopro essere un professore dell'Università dell'Iowa, di religione ebraica, in viaggio in Europa per congressi e ricerche sul destino della sua famiglia, originaria di Cracovia... ed ovviamente stiamo parlando di Seconda Guerra Mondiale. Spero di aver fatto capire al mio amico che ero con lui.
Adesso vorrei cercarlo via Internet e sapere come sono andate le sue ricerche.

Alle ore 10.30 siamo a Castel Steps, il nostro albergo, sito su via Nerudova, proprio, guarda a volte il caso, davanti all'Ambasciata Italiana.
Decidiamo di rinfrescarci, sistemare le nostre carabattole e poi di cominciare l'esplorazione della città. Prima tappa il Castello e la zona di Hardaceny.
Capiamo subito che a Praga hanno capito che il turismo è una risorsa, e fanno pagare qualunque attrazione che possiedono, dal giardino alla chiesa. Non ti viene risparmiato nulla.
Fortuna vuole che ci godiamo appena arrivati l'unico spettacolo gratuito di questa parte della città: il cambio della guardia di mezzogiorno, con drappello che viene da fuori al palazzo, banda musicale che suona dal soggiorno che dà sul cortile (noto come primo cortile) e folla variopinta che assiste in estasi.
Lo spettacolo non mi distrae dal notare quanto poco marziali sembrino i soldati cechi... il Capitano Musillo li avrebbe aperti come cozze ai miei tempi...
La fame comincia a farsi sentire, e non accetta mezze misure. Leggiamo sulla guida di un posto noto come ... (che significa inferno in ceco), posto vicino al convento di ..., nella zona di Har... .
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Il posto è all'altezza della sua fama, il gulash è buono, la birra corposa, l'ambiente intimo (forse anche troppo) e l'atmosfera rilassante. I prezzi poi onesti. O forse l'oretta passata in pace dopo il tran tran del viaggio ha reso il tutto più "lucente" ai miei occhi, non so, ma di certo la sosta è stata benvenuta.
Per il pomeriggio il programma prevede una bella gita per il castello di Praga, con il suo biglietto da 8 locazioni (all inclusive) che ci consentirà di girare tutte le aree interessanti di questo vasto complesso architettonico ricco di storia. Colpisce vedere la stanza della Defenestrazione (la seconda per la verità a Praga, si vede che l'avevano per vizio) che ha dato avvio alla Guerra dei Trent'anni.
Bella la pinacoteca del Convento di San Giorgio e la chiesa di San Vito, meno la via Dorata, mero ritrovo per turisti con negozi che vendono artigianato locale e di cui si paga anche l'accesso... se dal castello. Cmq l'aria è di megatrappolone per turisti, quindi suona un po' falsa.
Certo, dopo aver spaziato in lungo e in largo per il castello, consumando così buona parte della sessione pomeridiana, le gambe cominciano a risentirne, ma decidiamo comunque che è presto per andare a mangiare e quindi si fa una scorrazzata su Ponte Carlo ed una prima puntata nella città vecchia, in caccia di negozi che abbiano materiale papabile per acquisti. Un'attività che io riserverei volentieri alle ultime due ore dell'ultimo giorno e che invece diventerà life motive della vacanza.
Ma il costante vociare, la folla che riempie le vie principali della città vecchia, il sole che tramonta e la volontà di festeggiare Marina (in fondo è il suo compleanno), fanno si che si ritorni verso Mala Strana e la zona di Kampa, dove abbiamo individuato un posto carino, ove di solito mangiano le star in visita a Praga) per cenare in una cornice degna del festeggiamento.
Avrei forse dovuto offrire la cena. Ma ci ho pensato solo ora che sto scrivendo (e siamo al 30 luglio) quindi direi un po' tardi. La cena viene allietata/funestata dalla notizia della chiamata di Mery. Pare che sia arrivato il suo turno nella PA: gioia e tristezza si uniscono in un tutt'uno in questa afosa serata. I brindisi che seguono, la buona cena e la serata in allegria fanno il resto. Non resta che da capire perchè ci hanno relegato alla sala più interna del ristorante... forse a causa del nostro look turistico?
Al ritorno verso l'albergo passiamo davanti ad un supermarket. La decisione di prendere l'acqua fu galeotta e in men che non si dica, lasciato solo nella via dal resto della comitiva, vengo abbordato da giovane praghese piacente. Un punto per me? Non saprei. Di certo la scarrocciata non è passata inosservata : ))).
La notte si chiude su di noi e mentre allo Zanzibar la musica e la birra la fanno da padrona, le nostre 18 ore in piedi si fanno sentire con prepotenza. Del locale non vediamo neanche le imposte, ci dirigiamo rapidamente verso le nostre cuccie. Domani ci aspetta un'altra giornata campale e non possiamo non riprendere qualche forza per affrontarla.
Buona notte Praga. I tuoi tetti verdi ci riempiono gli occhi di colore quando andiamo a dormire.

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