lunedì, agosto 07, 2006

La stagione dell'estate, viene e va...

Che discrasia evidente tra i sentimenti dell'estate e quanto ci propina il mondo nelle prime pagine dei giornali.
Con la canicola estiva, perennemente associata a quelle corse tra gli allegri schiamazzi giovanili verso l'arenile di infantile memoria, tempo, quello sì, in cui l'estete era sinonimo di spensieratezza e gioia, di amici, di mare, di sale sulla pelle e prime esperienze, di crescita, di assenza di tempo, di ritorno alla natura, stride fortemente il periodo estivo esperito durante l'età adulta.

In questo periodo dell'anno le città si svuotano, il caldo si fa insopportabile, triplicato dall'emissione di calore dei sempre più diffusi condizionatori, dai motori surriscaldati di ogni mezzo di trasporto bloccato nel traffico (che però va scemando sempre più, fino a ridursi in veloci schegge di colore che sfrecciano e vanno, su strade ormai semideserte), dall'asfalto arroventato dal sole, dai muri che gli fanno il controcanto, anche loro aspirando a quel lavoro di forno scorto su "Lavorare a Roma" qualche giorno prima... ma stride soprattutto con il rimanere in città.

Si dice sempre tanto di come sia bella la città che si svuota... e devo dire che anche io mi giovo della sensazione di diminuito stress da perenne folla/traffico... ma ogni cosa assume pesi maggiorati rispetto a quanto operato in inverno, quand'anche fosse la stessa medesima opera.
Infatti, vuoi per aver esaurito le energie durante l'anno, vuoi per il caldo che stimola nervi, riducendo la soglia di sopportabilità, durante le settimane di luglio si è sperimentato un incremento esponenziale dell'irrascibilità. Io stesso ne sono stato vittima.
Ogni cosa mi appariva ... come dire... nel mio gruppo usiamo due termini... uno è sfinente, l'altro dito... per l'occasione direi un dito sfinente. Insomma, si sbuffava prima ancora di cominciare.
Solo ora, con la luce di un periodo di stacco all'orizzonte... anche se ancora distante, si va risalendo la china della sopportazione e della capacità di mostrare buon viso a cattivo gioco.

Se però ci si mette conflitto in medio-oriente, con le preoccupazioni di allargamento che comporta, test atomici aumentati da parte dell'Iran, nuove leggi emesse da un sempre prolifico governo attuale, così infarcito com'è di contraddizioni, eppur capace di percorrere strade assolutamente fuori di logica (ai miei occhi, che saranno di parte, ma così vedono certe scelte) senza badare alle conseguenze, ed anzi, vantandosene (E' di oggi l'affermazione del vacanziero premier... "abbiamo ben lavorato"), quando metà Italia inorridisce e l'altra metà comincia a chiedersi dove sia l'alternativa (ovvero se la cura non sia stata peggio del male... e chi ha orecchi per intendere e sta dall'altra parte ha capito di che parliamo).
Che dire.

Chiedere una spiaggia ed un mare in cui immergersi per sparire dal rumore ed essere trasportati in un mondo ovattato fatto solo di silenzio e luce rifratta non può essere la soluzione.
Non oggi... eppure come nei vecchi tempi oscuri,le decisioni scabrose si prendono in tempi estivi, che tutti si è distratti dalla canicola e dai giovanili ricordi spensierati.
Solo, nel mio ufficio, come nella mia stanza in questo momento, digito il mio disagio per la frustrazione che tutto ciò mi comporta. Vorrei poter dire la mia, ma avverto la netta sensazione che finirei solo per fare il gioco di qualcunaltro, che assunto il mio disagio nei confronti dell'operato di questo governo truffaldino e esperto di trucchi da prima repubblica, lo faccia suo, strumentalizzandolo per la sua causa... e scoprire poi che essa non è altro che la ... SUA causa.

Vorrei un po' più di senso dello Stato, un po' più di impegno, un po' più di responsabilità. Che lo strale del giudizio insidacabile ed imparziale ci spinga versoil rinnovamento... altrimenti non vedo che lenta agonia di un paese che non capisce più il mondo, almeno nei giochi cortigiani e pro domo sua dei politici, di qualunque bandiera siano rivestiti.
Per fortuna agosto è quasi finito... così magari qualche freno viene fuori. Immolo le ferie ad un tempo accelerato.

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