L'th si guardò intorno, spada ancora in pugno. L'arco giaceva a terra a pochi passi da lui. Inservibile dopo che l'ultima freccia era stata scoccata. Il terreno era coperto di corpi, alcuni colpiti dalla lama della spada, la maggiorparte abbattuti dai precisi strali che aveva tirato fino a poco prima. Il corpo dell'elfo era coperto di sangue, non tutto dei nemici abbattuti. Le forze gli venivano a mancare, ma la battaglia non era ancora finita. Vi erano ancora avversari da abbattere, avversari che lo stavano chiudendo da più lati in contemporanea.
"Mhmm - pensò - mi sa che questo giro ho finito di cantare ballate in taverna".
Lentamente riportò la spada in posizione di guardia, ma la mano tremava per la stanchezza. Un avversario avanzo' e colpi', la lama deflessa dal rapier dell'elfo, ma sbilanciato, L'th cadde a terra. I suoi avversari proruppero in risate sguaiate.
Improvvisamente dei passi risuonarono nel tunnel che L'th aveva difeso strenuamente. Voci lontane portarono nel vento il nome di L'th, chiamato disperatamente, l'urganza del momento ben chiaro nel tono con cui il grido era proferito.
Un sorriso lieve increspo' il viso dell'elfo. Con fatica, appoggiandosi alla parete, si guardò nuovamente intorno, poi, individuato il più grosso dei suoi nemici, aprì la bocca in un ghigno feroce e disse: "Tu. Vieni a danzare con me!"
E la sua lama riprese a mietere il grano.
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