Notte di tregenda su Roma... si vede lungo grazie ai lampi che squarciano il cielo, acqua che spacca la visione, la segmenta, la seghetta, la riflette, la liquefa in rivoli che sfuggono la vista, timidi o irruenti, nei sifoni delle grate di acciaio che costellano l'asfalto di strade, parcheggi, spazi aperti.
L'ululato del vento suggerisce paesaggi lontani, ma qui è ingabbiato, corrotto, spezzato dalle forme squadrate che affronta. Solo i fratelli alberi lo accolgono come un tempo, accompagnandolo per un breve tratto del cammino, fronde che lo accarezzano, bisbigliando, talora mormorando, il loro apprezzamento per un poco di movimento.
Tintinna la pioggia e va. Io resto steso su questo mio letto, ed ascolto. Nel mentre penso ai tempi persi, ai tempi presenti, ai tempi futuri.
Aspetto l'alba che sorga ed illumini il nuovo giorno, dall'aria pulita e pungente, e nel mentre prego, perchè la natura mi accompagna e mi sostiene in questa umana attività.
Ancora un tuono, poi restano solo le proiezioni subitanee di ombre cinesi dei lampi, ed il cadere ritmico delle sorelle gocce. Lentamente l'occhio si chiude e ricomincia il sogno... o forze riprendo a vivere.
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2 commenti:
E sei riuscito a prendere sonno anche se non hai potuto avere il nome e la mail della tizia che abita nel tuo palazzo? ma come sei riuscito..pensavo che avresti passato la notte a pensare il modo di rivederela..forse potevi approfittare dei tuoni per finire nel suo letto con la scusa che avevi paura!?!?
O bella questa... non ci avevo pensato che il mio disagio potesse nascere da questo... adesso che mi ci fai pensare, forse è stato proprio quella la ragione che mi ha spinto a tale momento di veglia.
In fondo sono uso a sognare avventure erotiche con mille e più donne... acci, come ho fatto a non pensarci.
Grazie per il suggerimento. Avevo paura che fosse il temporale...
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