venerdì, marzo 02, 2007

"Goodbye Europa"

Un testo che mette a nudo il re. La grandeur europea vive di vanagloria e il ciglio del baratro si avvicina. A meno che... non si facciano le benedette riforme da tutti richieste, da tutti invocate e mai prodotte in sede legislativa per paura delle ritorsioni dei gruppi di pressione.

La parola d'ordine deve essere liberalizzare, deregolamentare, incentivare, salvaguardare i disoccupati con politiche mirate al reinserimento e non al mantenimento.

L'ho trovato una lettura edificante, un grido di allarme concreto e da non ignorare.
Se vogliamo veramente bene a noi stessi, all'Europa ed al mondo intero che dell'Europa ha bisogno, dobbiamo avere il coraggio di procedere sulla strada difficile delle riforme, aprirci al mercato ed essere meno attaccati a privilegi che oggi ci sembrano oro, e domani saranno la catena di acciaio che ci trascina sul fondo del baratro...
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